Novella, addio a Federveneto e Iccrea riceve il nullaosta Bce

Un addio caricato di simbolismo, poiché l’annuncio coincide con l’ok della Bce al Gruppo Bancario Iccrea. Il sigillo di Francoforte sancisce la fine del credito cooperativo così come era stato conosciuto e restituisce un Veneto diviso a metà: una parte nell’orbita di Cassa Centrale dei trentini e un altro pezzo sotto l’influenza di Roma

PADOVA. Ilario Novella lascia il vertice della Federazione Veneta delle Bcc. Un addio caricato di simbolismo, poiché l’annuncio coincide con l’ok della Bce al Gruppo Bancario Iccrea. Il sigillo di Francoforte sancisce la fine del credito cooperativo così come era stato conosciuto e restituisce un Veneto diviso a metà: una parte nell’orbita di Cassa Centrale dei trentini e un altro pezzo sotto l’influenza di Roma. In questo contesto la Federazione Veneta, divisa al suo interno, perde oggettivamente anche di significato. Certo non ha più il significato che Novella avrebbe voluto attribuirle.

Iccrea Con l’ok a Iccrea nasce il terzo gruppo bancario italiano per sportelli e il quarto per consistenza degli attivi, il più grande gruppo bancario cooperativo italiano con 142 Banche di Credito Cooperativo, dislocate su 1700 comuni in una rete di oltre 2600 sportelli, più di 4 milioni di clienti, 750 mila soci, con attivi per 153 miliardi di euro e fondi propri per 11 miliardi di euro. In questo raggruppamento si contano 13 banche cooperative venete . 

«Con la scadenza di questo mandato termina la mia esperienza in Federazione Veneta» ha detto ieri Novella, nel corso di una riunione interna alla quale hanno partecipato i vertici delle 21 delle Bcc venete. Il suo mandato arriverà alla scadenza naturale a giugnob 2019. «Ritengo che gli obiettivi che hanno contraddistinto il mio impegno alla presidenza di FederVeneta siano stati raggiunti e che sia arrivato il momento per me di lasciare ad altri la nuova sfida di contribuire attivamente a rilanciare il ruolo delle Federazioni regionali, soprattutto quella veneta, nel ridisegno della geografia della cooperazione di credito all’indomani della partenza dei Gruppi».

Nelle stesse ore, come detto, Iccrea dava il via ad un nuovo capitolo della sua storia. Il Veneto, ancora una volta, una terra divisa, 13 banche con Roma, e 8 istituti che hanno scelto invece di riunirsi attorno a Cassa Centrale Banca che è già gruppo bancario. E se la competizione tra i due gruppi si fa sentire a tutti i livelli, assemblea dei soci di Iccrea compresa (dove Cassa Centrale detiene circa il 20% delle quote), ora si dovrà convivere anche all'intero della Federazione. Una convivenza che avrà un altro sapore d’ora in poi. Federveneta, a seguito di una serie di azioni di vendita di patrimonio, si trova in cassa ad oggi circa 20 milioni di euro, denaro liquido che non può essere suddiviso tra i soci delle due centrali in vista di un'eventuale liquidazione della federazione.

Le norme sulle attività cooperative, e la Fvbcc è appunto una coop, non prevedono infatti la possibilità della divisione delle riserve tra i soci. Nel frattempo Federveneta ha visto una riduzione degli organici più che consistente da circa 60 operatori agli attuali 9. L'impossibilità di vedere una suddivisione tra i soci delle riserve, la presenza di un tesoretto capace di fruttare, di soli interessi, alcune centinaia di migliaia di euro l'anno offre una nuova opportunità al sistema delle Bcc venete: quella legata al mantenimento delle attività di stampo sociale, culturale e di comunicazione che già la Federazione svolge. Un progetto che Novella ha scelto di non seguire in prima persona ma di cui ha posto le condizioni economiche e finanziarie.

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