Non solo Benetton, ecco i nomi dei padroni di Autostrade

Nel parterre dei soci della holding che controlla Aspi figurano molti fondi esteri. Il Fondo di Singapore, che ha l’8,14%, BlackRock che ha il 5,12%, la holding di Hsbc con il 5%.

TREVISO. «Tuteleremo azionisti ed obbligazionisti con una corretta e tempestiva informazione al mercato». La holding che detiene Autostrade per l’Italia cerca di fare scudo al panico che ha investito il titolo in Borsa. Le dichiarazioni del Governo non hanno, infatti, solo un impatto sulla famiglia Benetton, ma anche sugli altri investitori di Atlantia.

Nel parterre dei soci figurano molti fondi esteri: il Fondo di Singapore, che ha l’8,14%, BlackRock che ha il 5,12%, la holding di Hsbc, la Hong Kong and Shanghai Banking Corporation una delle più grandi banche del mondo, con il 5%. Tra gli altri investitori italiani c’è la Fondazione Crt. Guardando la nazionalità ci sono una montagna di investitori dagli Stati Uniti, il 23,9% del capitale, tra cui diversi fondi pensione. Ci sono azionisti dal Regno Unito, 20,4% del capitale, dall’Australia, 9%, dalla Francia 5,3% e dal resto d’Europa, 15,7%. E poi altri azionisti grandi e piccoli dall’ Italia, 19,9%.

Risalendo la catena di controllo di Autostrade per l'Italia, dove insieme ad Atlantia all'88,06% ci sono Appia Investments (controllata da un fondo del gruppo Allianz) al 6,94% e la cinese Silk Road Fund al 5%, arriviamo a 4 cassaforti della famiglia Benetton.

 

 

Atlantia (l'unica quotata in Borsa con un flottante del 45,46%) infatti è a sua volta controllata per il 30,25% da Sintonia, interamente controllata da Edizione, la holding della famiglia trevigiana. A monte ci sono 4 società che fanno riferimento ai quattro rami della famiglia, che hanno alle spalle i fratelli Luciano, Gilberto e Giuliana ma nelle quali da tempo è entrata anche l'ultima generazione cosicchè nessuno scossone ha portato la recente scomparsa a luglio di Carlo, il più giovane dei fratelli Benetton. Le quattro cassaforti si chiamano Ricerca (Luciano), Regia (Gilberto), Evoluzione (Giuliana) e Proposta (Carlo) ma i 'capostipitè hanno solo l'usufrutto delle azioni, la proprietà è già divisa tra i loro figli: Mauro, Alessandro, Rossella e Rocco per Luciano; Barbara e Sabrina per Gilberto; Paola, Franca, Daniela e Carlo per Giuliana, Massimo, Andrea, Christian e Leone per Carlo.
Atlantia è una public company, come si dice in gergo, con un capitale frazionato. Non tutti sono investitori istituzionali.

L’attacco del Governo italiano su una società quotata «in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto» come recita la nota di Atlantia, è un fatto grave. Lo è per la stabilità e la credibilità del nostro mercato finanziario.
Non si tratta, come accusa il vice-premier Matteo Salvini, di «avere portafogli pieni e cuore vuoti».

Ma un titolo quotato non può essere soggetto alla diffusione di informazioni incontrollate e minacciose senza un provvedimento scritto. Perché in quella società, anche di fronte alla tragedia che si è consumata a Genova, investono moltissimi risparmiatori, anche piccoli, che devono essere tutelati. Ieri il Ministero dei Trasporti ha chiesto ad Atlantia una relazione dettagliata sull’accaduto. Solo dopo questi rilievi, le regole vorrebbero, si sarebbero potute avanzare ipotesi di revoca della concessione di Autostrade. Non prima.
 

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