Myplace sfida i colossi dell’affitto

PADOVA. La risposta made in Veneto alla vetrina booking.com, ma soprattutto al colosso Airbnb, si chiama Myplace. Si tratta di una catena di appartamenti curati e gestiti professionalmente, tutti nei centri storici di alcune delle città turistiche d’Italia. Oggi sono 36: 25 a Padova, 5 a Venezia e il resto a Verona. Ma ce ne sono cento pronti a entrare nel circuito. I prossimi step, oltre ad aumentare il parco appartamenti su queste tre città, sarà lo sbarco a Treviso, poi Siena, Perugia, Roma, Milano e Londra.
L’idea è di quattro giovani che si sono incontrati a Padova, provenendo da diverse esperienze lavorative. Circa due anni fa il padovano Massimiliano Piarulli, avvocato, lancia il progetto con il concittadino Alessandro Busca, titolare dell’agenzia Metroquadro. In breve tempo entrano nella squadra Angelo Pellegrino, padovano che viene dal mondo del retail e Thomas Fig che è danese. Oggi è lui il direttore di tutta l’hospitality.
La start up, avviata un anno fa, ha raggiunto 800 mila euro di ricavi, chiudendo il 2015 in utile. I piani per il 2016 guardano già ai 3 milioni. Meta non impossibile, anzi. «Un giorno», racconta Piarulli «abbiamo alzato gli occhi e abbiamo visto che nelle più belle piazze d’Italia almeno il 60-70% delle finestre erano chiuse. Abbiamo pensato: com’è possibile che gli immobili più belli nelle location più suggestive siano chiusi?». A pensare all’altissima domanda di turisti pronti ad affacciarsi a quelle finestre, sembrò un’enorme diseconomia. «La domanda del prodotto Italia è fortissima e abbiamo deciso di cavalcarla. Siamo partiti da Padova, un test market micidiale»dice. Ma ha funzionato.
Myplace è online da un anno. Si occupa di rigenerazione urbana di piccoli appartamenti e intere palazzine. I quattro soci prendono in affidamento l’immobile, in «qualsiasi stato», eseguono il restyling e lo mettono nel format. «Oggi il mondo degli affitti è una giungla. Su Airbnb ci sono tutti tipi di appartamenti, dai 30 euro agli spazi lusso», precisa Piarulli «da noi il target lo fa il prezzo e ci posizioniamo sul medio: dai 100 euro a notte a Padova ai 500 a Venezia, in sedi davvero suggestive».
Diversamente da Airbnb, dove la gestione è nelle mani dei proprietari di casa, Myplace effettua check in e chek out, pulizie e altri servizi. «Airbnb e booking sono portali dove i proprietari mettono in vetrina le loro case: il turista parla con persone che non fanno questo mestiere e per capire la qualità deve vedere feedback, ma può capitare di tutto. Noi interveniamo prima sulla rivalorizzazione, poi proponiamo due formule: o affittiamo noi, come Myplace, direttamente la casa e poi la lochiamo a reddito costante, o applichiamo il “revenue share” ovvero la condivisione degli utili: il proprietario diventa imprenditore insieme a Myplace e tutti i ricavi vengono divisi al 50%».
Oggi il 70% dei turisti Myplace sono internazionali e, anticipa l’imprenditore, «non abbiamo ancora iniziato a sviluppare il cosiddetto corporate per dirigenti bancari o manager. Poi c’è tutto il turismo ospedaliero e sanitario che a Padova molto forte».
Tutto avviene online; Myplace ha sviluppato il virtual concierge grazie a un’App che apre una chat in tempo reale tra gestori e utenti. Per chiavi e consegna ci sono infine i runner: studenti universitari, pagati a voucher, che accolgono il cliente nella struttura, spiegando l’appartamento, con tutte le indicazioni utili su come vivere la città. Oggi sono 9 i giovani runner e l’azienda ha assunto anche 4 collaboratori a tempo indeterminato. La media, invece, per chi affitta da proprietario di casa è «del 35-40% di reddittività in più rispetto agli affitti classici» assicura il giovane avvocato.
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