Moncler, Ruffini: «Parigi è importante ma non così da rovinare i numeri»

Lo ha detto il presidente e ad di Moncler, a proposito delle proteste dei gilet gialli che ormai da settimane ogni sabato paralizzato la capitale francese, impattando negativamente sulle vendite delle boutique della città. «Più che altro siamo preoccupati da quello che sta succedendo nel mondo», ha aggiunto

MILANO. «Parigi è un mercato grande ma non così grande da rovinarci i numeri». Lo ha detto Remo Ruffini, presidente e ad di Moncler, a proposito delle proteste dei gilet gialli che ormai da settimane ogni sabato paralizzato la capitale francese, impattando negativamente sulle vendite delle boutique della città. «Più che altro siamo preoccupati da quello che sta succedendo nel mondo - ha aggiunto - siamo molto attenti anche perché' siamo una azienda globale. In Italia - ha specificato - facciamo solo il 12% del nostro fatturato, mentre il resto è realizzato nel mondo. Ma ormai siamo abituati a problemi o economici o politici, come successo negli ultimi cinque anni».

Moncler nel breve termine punta a crescere ancora per linee interne, anche se riconosce l’importanza di avere più brand in portafoglio per aumentare ricavi e valore del gruppo, ha aggiunto Ruffini a margine di un intervento al comune di Milano, ha così precisato la posizione di Moncler che da più parti viene individuata come potenziale polo aggregante in Italia attraverso l’acquisizione di altre marche del Made in Italy. «Credo che Moncler possa fare tantissimo, abbiamo tante cose da fare e per i prossimi tre-quattro anni siamo concentrati su quello. Capisco il valore del multi-brand, ma siamo focalizzati su una marca sola che deve aprirsi di più al mondo e creare tanta energia», afferma Ruffini.

Nel giorno in cui il governo pubblica l’analisi costi-benefici sulla Tav, la voce degli imprenditori sul tema non ha tardato a farsi sentire. Sull’utilità dell’infrastruttura, l’imprenditore, sostiene che «dipende» dall’orizzonte temporale con cui si fanno i conti. Nel senso, dice Ruffini a margine di un’iniziativa per la riqualificazione di un’area nei pressi della Stazione Centrale di Milano, che «se guardiamo a due giorni la Tav non è utile, se guardiamo a 20 anni è indispensabile. Credo comunque che sia un grande progetto che fa bene all’Italia, però bisogna capire il budget, il business plan e quale l’idea del governo di come gestire un Paese. Dipende dai progetti e dai programmi che ha il governo».

 

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