Massimo Nordio: humor, calcio, sigari e la sfida del dieselgate

Chi è il top manager che gestisce lo scandalo della Volkswagen in Italia? Un piemontese arrivato a Verona con la reputazione di “mago” della Toyota. Il ritratto su Nordest Economia

VERONA. Siede su una poltrona diventata di colpo scomoda, anzi “bollente”. Ma in apparenza è il solito Massimo Nordio, il sorriso sempre pronto, la cordialità stampata sul viso, anche se, comprensibilmente, deve attenersi alle disposizioni, ferree, della casa-madre di Wolfsburg. Lo scandalo dei test truccati, il “Dieselgate” com’è stato definito per comodità (anche se ora il gruppo tedesco ha reso noto di aver trovato irregolarità nelle emissioni di CO2 di altre 800 mila vetture, questa volta alimentate a benzina), è una spina nel fianco che fa male all’intera organizzazione Volkswagen. Un gruppo che a fine giugno gongolava per il primato di vendite nel mondo e che improvvisamente si è trovato al centro di una bufera tuttora in corso e le cui conseguenze sono tutte da quantificare.

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La redazione


Incontro con il sindaco Tosi
«Volkswagen Group Italia (che importa i marchi Volkswagen, Audi, Skoda, Seat e Volkswagen Veicoli Commerciali, ndr) non ha alcuna responsabilità nella vicenda». Parole pesanti, che l'amministratore delegato ha pronunciato davanti ai 900 dipendenti durante l’incontro avuto poche settimane fa nel quartier generale di Verona con il sindaco della città scaligera, Flavio Tosi. Di fatto l’unica occasione pubblica in cui si è sbottonato rispetto alle direttive ricevute dalla Germania. «Per alcuni comportamenti», ha sottolineato Nordio, «sono in corso le indagini che dovranno appurare le responsabilità, però qui non c’è nessuno che ne abbia, anche minime. Quindi, non avendo questo fardello di responsabilità, la solidarietà della città di Verona è un’iniezione di fiducia per affrontare un momento che è comunque complicato, nel quale dovremmo lavorare tutti insieme compatti».
E per dare proprio il senso della compattezza delle maestranze, ha indossato (e fatto indossare ai suoi più stretti collaboratori e al primo cittadino) una maglietta con la scritta «Siamo tutti Volkswagen».
I richiami delle auto sulle quali è stato montato il software che modifica i valori elle emissioni sui motori diesel Euro 5 cominceranno non prima dell’inizio del 2016. «Ai nostri clienti interessati da questa vicenda», ha concluso Nordio, «diciamo quello che abbiamo già comunicato: a brevissimo saranno contattati per venire in officina a fare questo intervento di richiamo, che sarà completamente a carico di Volkswagen». E qui ci si ferma, per ora. Nel senso che nessun’altra affermazione virgolettata è stata più attribuita all’uomo che siede al vertice dell’organizzazione del gruppo nel nostro Paese.
Ma chi è Massimo Nordio e come è arrivato a Verona? Nato a Chivasso (Torino) il 21 agosto 1958, laurea in Economia e Commercio, sposato e padre di tre figli, è cresciuto all’ombra della Ford: qui rimane dal gennaio 1990 al marzo 1997, facendosi le ossa e raggiungendo ottimi livelli, insieme ad altri manager (uno per tutti, Massimo Gargano, poi diventato presidente Toyota). Da lì spicca il volo verso la Toyota, dove lavora a lungo, dal luglio 1997 al marzo 2008, sino a sedersi sulla poltrona di vice-presidente e amministratore delegato di Toyota Motor Italia.
La sua fortuna? Essere al posto giusto nel momento giusto, vale a dire quando viene lanciata sul mercato la nuova Yaris (1999), una vettura che dà una svolta complessiva al mondo della casa giapponese, conosciuta prima per i Suv e per le vetture di grandi dimensioni.
Mercato italiano e Wolfsburg
Proprio l’enorme successo ottenuto con Yaris gli consente di accreditarsi, e di essere considerato, come uno dei personaggi emergenti del colosso nipponico. Non a caso nell’aprile 2008 viene mandato a Bruxelles, come vice-presidente di Toyota Motor Europe, responsabile delle vendite nel Vecchio Continente, ma lì si sente un po’ ingabbiato, con la famiglia rimasta a Roma, la città con la quale ha un rapporto viscerale. Resta nella capitale del Belgio sino al novembre 2009 ed è in quell’annata che matura la scelta di cambiare ancora e approdare alla Volkswagen: dal dicembre 2009 sino al giugno 2012 assume la direzione del brand Volkswagen, poi, una volta trasformata Autogerma in Volkswagen Group, sostituisce Pino Tartaglione (oggi responsabile dei rapporti istituzionali in Italia) insediandosi al vertice della casa tedesca per il nostro Paese. Da allora ad oggi acquisisce molta considerazione a Wolfsburg, anche perché il mercato italiano si rivela uno dei più importanti.
Aneddoti in dialetto veneto
Come persona, Nordio ha un innato senso dell’umorismo, lo hanno sentito raccontare aneddoti in dialetto veneto o snocciolare vecchie filastrocche, ricordo dell’infanzia passata in parte nella nostra regione, dove ha trascorso molti anni.
A Verona ha creato un ambiente molto familiare, perché ha una filosofia del lavoro di gruppo che coinvolge davvero tutti, dal primo dei dirigenti all’ultimo degli uscieri. Il suo rapporto con la famiglia è molto forte, soprattutto con i tre figli, ormai grandi, e coltiva una immarcescibile fede calcistica nel Torino, di cui conosce a memoria le formazioni che hanno fatto il mito granata. Tra i suoi hobby, non si può non parlare della passione per i buoni sigari. Durante le serate di lavoro o in occasione di incontri con i rappresentanti dei media, trova sempre il momento giusto per isolarsi e fumarne uno. Sul piano gastronomico, infine, oltreché per la cucina romana, ha un debole per le moeche (i granchi nella fase di passaggio da piccoli ad adulti), che va a degustare soprattutto a Venezia. Insomma, un manager dal palato fino, costretto ora ad affrontare la sfida più difficile della carriera, ridare credibilità alla Volkswagen, finita nell’occhio del ciclone.
 











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