L'osservatorio di Banca Ifis: nel 2020 44 miliardi di crediti deteriorati in vendita

VENEZIA. Nel 2019 le vendite di portafogli di sofferenze (npl) hanno raggiunto i 32 miliardi di euro, di cui il 17% sul mercato secondario, a cui si aggiungono 6 miliardi di inadempienze probabili (utp), una forma meno problematica di crediti deteriorati.
Nel 2020 sono attesi 37 miliardi di nuove transazioni su npl, di cui il 27% sul mercato secondario dove transitano portafogli già usciti dai bilanci delle banche, e 7 miliardi sugli utp. È quanto emerge dall'Npl Market Watch, osservatorio di Banca Ifis sul mercato degli npl e sull'industria del recupero crediti. Nel 2020 circa 6 miliardi di transazioni su npl dovrebbero essere assistite da gacs, che si aggiungeranno alle 24 operazioni e i 70 miliardi di euro di npl già protette da garanzie pubbliche.
Le cessioni aiuteranno il sistema bancario ad avvicinarsi al rapporto del 5%, auspicato dalla Bce, tra crediti deteriorati lordi (al netto degli accantonamenti) e totale dei crediti. A fine 2019 Banca Ifis stima che l'npe ratio si sia attestato al 7,7%, con uno stock di 145 miliardi di euro, ancora lontano dalla media del 3% in Europa.

Ammonta a 325 miliardi di euro il totale dei crediti deteriorati lordi (npe) che banche e società di recupero devono cercare di far rientrare nei propri bilanci. Di questi 246 miliardi sono rappresentati da sofferenze bancarie (npl), la forma più grave di credito deteriorato, a cui si sommano 79 miliardi di euro di inadempienze probabili (utp).
Di questo stock di credito ammalorato, evidenzia la decima edizione del Market Watch Npl di Banca Ifis, 141 miliardi di euro lordi sono ancora oggi iscritti nei bilanci delle banche (77 miliardi di sofferenze e 64 miliardi di Utp) e 198 miliardi sono stati ceduti, dal 2015 a fine 2019, a operatori del settore, di cui si stima che 14 miliardi siano stati recuperati o cancellati in quanto non più esigibili.
Il tasso di recupero dei crediti è in media del 3,1% su base annua, con i portafogli assistiti da gacs che mostrano un andamento sostanzialmente in linea (3%). Il flusso annuale di crediti 'in bonis' che si deteriorano è stato nel 2019 dell'1,2%, al di sotto dell'1,5% che si registrava nel 2007, prima dello scoppio della crisi finanziaria.
Si tratta di un andamento «molto positivo», evidenzia il Market Watch npl di Banca Ifis, anche se il 'danger ratè, cioè il tasso con cui le inadempienze probabili (utp) si trasformano in sofferenze (npl) resta sopra i livelli pre-crisi, con una percentuale dell'1,2% rispetto allo 0,9% del 2007. A soffrire di più continua ad essere l'industria delle costruzioni, con tassi di deterioramento e decadimento attorno al 5%, pari, rispettivamente, a 4 e 2 volte i livelli pre-crisi.
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