L’oro vicentino brilla e risale la classifica: il distretto veneto supera Valenza, è il secondo in Italia

Per Vicenza valore export 2021 +57,1% sul 2020 e +23,5% sul 2019, per oltre 1,7 miliardi di euro (pari al 20,2% sul totale nazionale). Un incremento rispetto all’anno pre-pandemia di 326 milioni per Vicenza, che supera Alessandria e torna a essere la seconda provincia esportatrice italiana dopo Arezzo

Federico Piazza

VICENZA. Prosegue nel 2022 il recupero dell’export del distretto orafo di Vicenza, dopo aver ampiamente superato nel 2021 il valore del 2019. Mentre invece si avverte un rallentamento sul mercato interno. I dati Istat relativi ai primi mesi del 2022 non sono ancora disponibili, ma le impressioni generali degli operatori sono palpabili.

La fiducia c’è. Anche se ovviamente pesano gli aumenti dei costi energetici e delle materie prime, e le nuove incognite sull’economia globale per gli effetti della guerra in Ucraina.

Commenta Enrico Peruffo, presidente della categoria Orafi di Confindustria Vicenza: «Continua la ripresa dei mercati internazionali con buone performance delle esportazioni, USA in testa, sia come volumi sia come valore. Non altrettanto sembra si possa invece dire del mercato italiano, un po’ in stasi dopo la buona corsa del 2021. Il caro energia e materie prime si avverte certamente, in particolare il forte aumento da inizio anno del prezzo dei diamanti, con una ripercussione inevitabile sui prezzi di vendita finali. E soprattutto per l’energia non ci si attende granché di buono nei prossimi mesi».

Il trend molto più positivo per l’export che per il mercato domestico lo conferma anche Confartigianato Vicenza. «Molto sostenuto il mercato americano, anche grazie al cambio dollaro-euro vantaggioso, e bene anche Dubai ed Europa», osserva Onorio Zen, presidente della categoria provinciale Metalli Preziosi, «mentre preoccupa l’Asia con Hong Kong ancora in ritardo e la Cina con le difficoltà per i viaggi. Per il Far East guardiamo comunque con fiducia alla fiera JGW di Singapore a settembre per partecipazioni collettive di imprese espositrici con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza».

Intanto i dati provvisori Istat 2021 elaborati da Centro Studi di Confindustria Moda e Federorafi mostrano l’ottimo risultato del distretto vicentino e dell’intero settore italiano. Per Vicenza valore export 2021 +57,1% sul 2020 e +23,5% sul 2019, per oltre 1,7 miliardi di euro (pari al 20,2% sul totale nazionale). Un incremento rispetto all’anno pre-pandemia di 326 milioni per Vicenza, che supera Alessandria e torna a essere la seconda provincia esportatrice italiana dopo Arezzo.

Sui valori influisce anche l’effetto sui prezzi finali dell’aumento di costo delle materie prime nel 2021. I dati Istat relativi ai volumi di vendita non sono disponibili a livello locale, ma il dato nazionale relativo alla merceologia principale, l’oreficeria-gioielleria da indosso, indica una crescita del valore dell’export (+63,6% sul 2020, +16,7% sul 2019) che si accompagna alle quantità (+43,1% sul 2020, ma solo +0,6% sul 2019).

Analizzando il valore delle esportazioni di Vicenza nel 2021 verso le maggiori cinque destinazioni, si rilevano incrementi molto vivaci per Stati Uniti (+74%), primo mercato che assorbe il 27,4% del totale, Emirati Arabi Uniti (+101,3%), Sud Africa (+50,9%), Romania (+40%).

L’unico mercato tra i top 5 con export inferiore al medesimo periodo del 2019 è Hong Kong (-46,5%). Anche a livello nazionale si registra un deciso cambio di passo nel 2021 per oreficeria, argenteria e gioielleria Made in Italy, dopo il contraccolpo della pandemia nel 2020 (quando il fatturato aveva segnato -27,6%). Il turnover settoriale dovrebbe crescere del 57,6% avvicinandosi ai 9 miliardi di euro, e vendite estere in aumento del +59,7% pari a oltre 8 miliardi.

Superati i livelli pre-Covid del 2019 sia come fatturato complessivo sia come export (+15,6%). Stati Uniti primo mercato anche per le esportazioni nazionali (+65,6% sul 2020 e +61,4% sul 2019, incidenza del 15,9% sul totale). Secondo mercato la Svizzera (+49,5% sul 2020, -12% sul 2019, incidenza 12,5%), terzo gli Emirati Arabi (+107,7%, +10% sul 2019, incidenza 11,5%), quarto la Francia (+43,4% sul 2020, -11,6% sul 2019, incidenza 8,9%). Tra i mercati rilevanti sono ancora ben al di sotto del 2019 Hong Kong (-29,4%), Regno Unito e Spagna.

Complessivamente, commenta la presidente di Federorafi Claudia Piaserico, «importante crescita anche sul 2019 con finalmente anche un’inversione di tendenza sul fronte dell’occupazione con un +0,6% che è incoraggiante e certifica la crescita della capacità produttiva delle nostre aziende. Le conferme sui mercati esteri, come gli USA, sono importanti – prosegue Piaserico – e Federorafi, con quasi 50 brand provenienti da ben 11 regioni, sarà proprio a New York nei prossimi giorni per lanciare con ICE e MAECI l’iniziativa "The Italian Jewelry Manifesto", un evento di matching con operatori, di formazione e di promozione anche per presentare una nuova formula di ingresso nel mercato attraverso l’assistenza di una stabile organizzazione.

Guardano all’anno in corso, che è comunque iniziato molto bene, l’escalation del costo dell’energia e delle materie prime e il conflitto in atto sono però le nuove “zavorre” sul presente e sul futuro non solo orafo».

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