Lo strappo del Trentino Alto Adige: bar e ristoranti resteranno aperti fino alle 22

I due governatori Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher hanno deciso che le gelaterie e le pasticcerie resteranno aperti fino alle 20 e i ristoranti fino alle 22, recependo solo parzialmente le indicazioni il dpcm del governo Conte che impone serrande abbassate alle 18
Piazza Duomo, Trento, Italy
Piazza Duomo, Trento, Italy

TRENTO. In Trentino e in Alto Adige i bar, le gelaterie e le pasticcerie resteranno aperti fino alle 20 e i ristoranti fino alle 22. Lo hanno deciso i due governatori Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher. Le due province autonome hanno quindi deciso di non recepire del tutto il dpcm del governo Conte, derogando alla chiusura generalizzata dei locali fissata dalla nuova normativa nazionale alle 18. Resta però la regola che prevede massimo 4 persone allo stesso tavolo, salvo non si appartenga allo stesso nucleo familiare. Solo in Alto Adige, inoltre, resteranno aperti anche cinema e teatri, ma con un massimo di 200 spettatori, obbligo di mascherina sempre e con spettacoli che dovranno tassativamente terminare entro le 23, orario in cui, per Bolzano e provincia, scatta il coprifuoco fino poi alle 5 del mattino.

L'Alto Adige chiude invece i centri commerciali il sabato e la domenica (il sabato restano aperti solo i supermercati all'interno mentre la domenica, oltre ai centri commerciali, sono chiuse tutte le attività al dettaglio tranne le farmacie di turno), mentre in Trentino chiusura per tutto il commercio al dettaglio, inclusi i supermercati, solo la domenica.

Per quanto riguarda lo sport, invece, palestre e piscine rimarranno chiuse in entrambe le province, mentre si sta lavorando per l’apertura degli impianti sciistici: in Alto Adige i tre già aperti - Senales, Stelvio e Solda - continuano a lavorare normalmente, e grazie all’ordinanza del presidente Kompatscher possono accogliere anche sciatori amatoriali, mentre per tutti gli altri comprensori, che dovrebbero aprire intorno al 20 novembre, si sta lavorando a delle linee guida, anche di comune accordo con Veneto e Lombardia, per poter comunque ripartire. A patto che la curva dei contagi non imponga ulteriori stop e limitazioni. 

Sulla ristorazione e la ratio di questa deroga si era espresso già ieri il presidente Fugatti: “Abbiamo posto particolare attenzione ai protocolli sanitari e non c'è ragione di non ritenerli efficaci a cena, se per il pranzo vanno bene. Oltretutto, assieme agli altri presidenti di regione abbiamo fatto presente al governo che precludere il pasto serale significa di fatto costringere alla chiusura la maggior parte degli esercizi”. Pur restando concreta l’ipotesi di un’impugnazione dell’ordinanza da parte del governo, i ristoratori in particolare tirano un sospiro di sollievo: una chiusura anticipata alle 18 avrebbe di fatto cancellato gli introiti serali, danno che sarebbe andato ad aggiungersi ai due mesi di chiusura forzata del lock-down e alle molte altre perdite subite tra limitazioni anti-Covid e flussi turistici inferiori rispetto agli altri anni.

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