Lo scontro Confindustria-Federlegno, Feltrin resiste: «Sono regole da dittatura»

I probiviri di Confindustria dichiarano decaduto il presidente dell’associazione. L’imprenditore scrive una lettera che è una risposta a Viale dell’Astronomia

Elena Del Giudice

La vicenda Confindustria-Federlegno in una lettera agli associati. E’ arrivata agli imprenditori della Federazione, a firma del presidente di Fla, Claudio Feltrin, la missiva che - di fatto - contiene la risposta dell’associazione al più recente “attacco” dei probiviri di Confindustria nazionale, ovvero la decadenza di Feltrin dal suo incarico di presidente. Nel documento si riepilogano i fatti, ma soprattutto si respinge al mittente un provvedimento che vìola le più basilari regole della democrazia associativa. È stata l’assemblea dei soci di FedelegnoArredo del 3 marzo a confermare Feltrin al vertice. E «nessun soggetto e/o organismo di sorta (salvo la competente autorità giudiziaria ovviamente) ha un qualche potere di sovrastare e di contrastare la volontà dell’organo sovrano di FederlegnoArredo», ricorda Feltrin.

Il provvedimento di decadenza è stato notificato con una lettera, non firmata, ma proveniente dall’indirizzo mail di Federico Landi (direttore competente sul sistema associativo di Confindustria nazionale), datata 30 marzo, con in calce i nomi dei componenti il collegio dei probiviri Sergio Arcioni, Domenico Barberio, Giovanni Borri, Luca Businaro, Antonio Serena Monghini. È un «informe e non sottoscritto provvedimento» che quindi è privo «per legge e per statuto sia di Federlegno che di Confindustria, di un qualunque effetto». Claudio Feltrin - è la posizione del consiglio generale di Fla - «continua pertanto ad essere il legittimo ed autorevole presidente di FederlegnoArredo e lo sarà sino all’ottobre 2026».

Smentita la ricostruzione che i probiviri di Confindustria hanno riassunto nel documento, già chiarita nel corposo dossier consegnato agli associati prima dell’assemblea di marzo, dal quale emerge anche, sempre secondo Federlegno, la parzialità del collegio speciale dei probiviri nella vicenda dei due consiglieri nominati in rappresentanza della federazione nel consorzio Conlegno, e poi rimossi e destituiti da tutti gli incarichi.

Nel motivare la decadenza di Feltrin, i probiviri contestano la mancata partecipazione del presidente agli incontri convocati dal collegio nelle date del 9, 15 e 22 marzo. «Risulta documentalmente - si legge nella lettera di Fla agli associati - che il presidente Feltrin non si è mai sottratto ad un confronto con i cinque probiviri confederali nonostante le convocazioni siano state arbitrarie, non concordate nella data, fissate senza adeguato preavviso, e sempre caratterizzate da un illecito ed assurdo obbligo di segretezza, oltre che dal divieto di farsi assistere adeguatamente per le questioni giuridiche. In nessun ordinamento, neppure nelle più retrive dittature, l’incolpato viene privato della difesa e della possibilità di un adeguato aperto e libero contraddittorio». Federlegno, in assenza del presidente, aveva delegato un vicepresidente «e ha fornito puntuali risposte scritte». Disponibilità sempre respinte «con la chiusura del collegamento video, e ignorando le osservazioni scritte».

I probiviri di Confindustria assegnano un termine, quello del 15 aprile, entro il quale ricevere «atti formali di riconsiderazione dei presupposti che hanno determinato la necessità del provvedimento sanzionatorio» utili a definire un percorso di ricomposizione della crisi. Ma se quella che abbiamo riportato è la risposta di Federlegno, difficile che gli «atti formali» più graditi arrivino. Se hanno a che fare con il reintegro degli ex consiglieri Angelo Marchetti ed Ezio Daniele

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