L'insostenibile crisi del turismo termale: «Già persi 200 milioni, situazione drammatica»

ABANO TERME (PADOVA). Persi già 200 milioni dei 350 di fatturato annuo complessivo degli hotel del Bacino Termale Euganeo. Il bilancio di Federalberghi Terme Abano Montegrotto è drammatico e i mesi di riapertura degli hotel post lockdown non sono stati di certo confortanti per gli imprenditori termali. «Una stagione decisamente complicata», analizza il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto.
«La quasi totalità delle nostre strutture ha preferito attendere i mesi più caldi per aprire i battenti. Se, dunque, marzo, aprile, maggio hanno registrato per tutto il territorio un –100% di presenze e fatturato, si è timidamente iniziato a lavorare a giugno o a luglio, mesi in cui ci si è attestati intorno al 20-30% di presenze turistiche rispetto agli anni scorsi. Agosto ha ridato un po’ di fiducia ai turisti e una boccata d’ossigeno agli imprenditori, raggiungendo circa l’60-65% del fatturato, seppur privato delle prenotazioni dall’estero».
«Ovviamente con la riapertura delle scuole e la fine delle vacanze, le cifre sono tornate ad abbassarsi, tant’è che settembre è rientrato nel 40-60% del fatturato rispetto agli anni scorsi», prosegue Boaretto.
«Si tratta di una situazione senza precedenti, in cui l’autunno, la stagione per eccellenza delle cure fangoterapiche, vede interi gruppi stranieri affezionati disdire le loro prenotazioni, mentre gli italiani con i grossi gruppi organizzati da Comuni sono altrettanto rallentati o cancellati. Se in estate abbiamo fatturato meno della metà degli anni scorsi, il fine anno ci sta preparando al peggio».
Ogni giorno gli hotel termali fatturano assieme, in condizioni di sold-out, circa un milione di euro: «Qui si sta perdendo giornalmente circa il 60-65% di questo milione», annota Boaretto. «Non ci riprenderemo sicuramente prima di marzo 2021. Il fatto che il Governo stia allungando lo stato d’emergenza fino a gennaio di certo non favorisce il ritorno dei clienti. Stiamo gestendo bene la pandemia, i numeri dei contagi sono contenuti e fortunatamente qui da noi non si sono verificati casi. È quindi chiaro che serva dare fiducia al mercato turistico e non mettere paura, cosa che allontana i clienti».
Sono calate anche le cure termali, che prevedono per le aziende rimborsi pari a 300 euro da parte Sistema Sanitario Nazionale per ogni ciclo di fango o inalazione. «Le cure sono calate dell’80% e fortunatamente, si può dire, vengono a fare i fanghi i clienti di prossimità, in giornata. Purtroppo questa situazione l’avevamo annunciata a fine febbraio ai sindaci». Sindaci ai quali Federalberghi chiede sforzi importanti. «Vanno sospese e cancellate tasse e tributi fino a fine anno. Come si fa a chiedere il pagamento di Tari e tassa sulla pubblicità ad aziende che non stanno lavorando? Di questo passo, purtroppo, molti collaboratori tra cuochi, portieri, baristi, camerieri e via dicendo perderanno il posto di lavoro, dato che non possiamo pensare ad una cassa integrazione perenne, e saranno costretti a prendere percorsi diversi».
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