La crisi delle ex Popolari, Zaia chiama il Governo

UDINE. Istituzioni e consumatori intervengono sulla nuova svolta della crisi delle ex Popolari venete, ormai sull’orlo del baratro. Minimo comun denominatore è la preoccupazione che la situazione si avviti sempre più, rendendo impossibile una via d’uscita, nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Economia Padoan che ha escluso l’ipotesi bail in dopo la doccia gelata di Bruxelles.
«Non si può lasciare che il disastro delle banche venete abbia ulteriori ripercussioni su risparmiatori e imprese - ammonisce la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani -. Gli sforzi del ministro Padoan in Europa devono avere successo e l’esclusione del bail in pare un primo, significativo, risultato.
Il risanamento del tessuto bancario nazionale, anche attraverso il rilancio delle banche di interesse territoriale, è un obiettivo prioritario, che non possiamo più procrastinare».
Il presidente del Veneto Luca Zaia invoca un sollecito intervento di Gentiloni. «Ci attendiamo un colpo di reni da parte del Governo - afferma Zaia -. Che eserciti, cioè, fino in fondo i suoi poteri e la sua autorevolezza, senza che suoi esponenti di rango perdano tempo ad accusare questi e quelli per negligenze che non riguardano altri che Roma.
Sarebbe difficile per noi veneti constatare che si utilizzano due pesi e due misure per il salvataggio di istituti di credito, visto quel che è stato fatto per altri gruppi.
Vicenza e Montebelluna sono state e restano banche fondamentali per uno dei territori più sviluppati e industrializzati d’Europa, sono istituti per i quali tante imprese e centinaia di migliaia di risparmiatori hanno pagato quello che non esito a definire un pesante tributo di sangue, che ipoteca il futuro di famiglie e posti di lavoro».
Pensieri e azioni rivolti ai piccoli azionisti da parte dell’avvocato Barbara Puschiasis, presidente di Federconsumatori Fvg, che tutela circa 3 mila soci di BpVi e Vb.
«La Commissione europea ha subordinato l’intervento statale sulle banche venete a un preliminare intervento di soggetti privati per un miliardo - sostiene Puschiasis -. Ciò vuol dire che i tempi si allungheranno ancora prima di giungere a una soluzione con il protrarsi dell’agonia dei due istituti veneti che nel caso di mancato accordo sulla possibile ricapitalizzazione precauzionale non avranno altro che vedersi applicate le misure di risoluzione.
Non si può nascondere come questa situazione di continua ambiguità stia rendendo scettici i risparmiatori che da una fiducia riposta per anni con tutti i loro risparmi si trovano a dover pure tener monitorati dossier titoli e conti correnti affinché non possano essere aggrediti in caso di bail in.
Federconsumatori infatti raccomanda chi non l’avesse già fatto a controllare il proprio portafoglio titoli al fine di verificare se detiene obbligazioni subordinate e senior dei due istituti.
Tali strumenti di investimento infatti in caso di bail in possono vedersi azzerati nel loro valore così come pure i conti correnti che vedono un saldo per ciascun intestatario superiore ai 100 mila euro.
Le adesioni alle due offerte pubbliche di transazione con le due banche che hanno permesso di riconoscere un ristoro di circa il 15% del valore degli investimenti in azioni di Banca di Vicenza e Veneto Banca effettuati dal 2007 al 2016, hanno visto l’adesione di circa il 70% degli azionisti.
Tali transazioni però non hanno avuto l’effetto di ricostruire il rapporto di fiducia poiché, come Federconsumatori aveva detto sin dall’origine, non erano strutturate in modo tale da ricucire le gravi ferite che si erano create poiché andavano a trattare tutti gli azionisti nello stesso modo riconoscendo quindi a tutti lo stesso rimborso, per altro irrisorio.
Le prime pronunce giudiziali contro le banche venete si stanno registrando e sono di segno positivo per i risparmiatori e ora si guarda con grande attesa alle prime pronunce dell’Acf (Arbitrato Consob) che dovrebbero essere depositate nei prossimi giorni.
Federconsumatori sta depositando alla Procura la relazione su tutte le posizioni registrate degli azionisti che non si sono visti eseguire gli ordini di vendita al fine di fare chiarezza anche su tale aspetto e siamo in attesa da parte della Procura di Roma di poter accedere alla documentazione riguardante le indagini preliminari nel procedimento penale di Veneto Banca.
La nozione di mercato (e di pregiudizio al mercato) che la Commissione europea prende in considerazione quando valuta la compatibilità di aiuti europei, include anche l’utente».
Puschiasis sottolinea infine «che anche le rappresentanze dei consumatori devono essere sentite dalla Ue, al fine di rappresentare la situazione dal punto di vista dei risparmiatori e per suggerire strumenti che possono portare le due banche a recuperare il rapporto con i loro clienti».
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