Intrusioni su Zoom e furti alle aziende: è boom di cyber reati

PADOVA. Attacchi hacker, truffe via web e un gran numero di intrusioni nelle piattaforme dedicate alla didattica a distanza e alle videoconferenze. Nell'anno della pandemia l'accelerazione sul digitale ha visto esplodere le interazioni online, soprattutto grazie allo smart working.
È in questo contesto che il ruolo della Polizia postale diventa centrale, specie nel Veneto locomotiva d'Italia. L'aumento dell'utilizzo di tecnologie per il lavoro da casa e la necessità di effettuare conferenze a distanza ha permesso la prolificazione di nuove tipologie di attacchi informatici.
Alcune aziende ed enti in Veneto sono stati bersaglio, nel corso dell'anno appena trascorso, di accessi illegali ai sistemi informatici, sfruttando vulnerabilità dei software utilizzati per consentire il lavoro agile. In alcuni casi si è verificato il furto di dati, con ovvie ripercussioni sulla proprietà intellettuale e sulla protezione dei dati personali. In altri casi l'attacco è stato portato al fine di diffondere una virus "ransomware", che causando la criptazione di tutti il patrimonio informativo dell'azienda colpita ha reso alla stessa impossibile proseguire con le normali attività. Il tutto con conseguente richiesta di riscatto per rendere i dati nuovamente disponibili.
Verso la fine di settembre il Gruppo Carraro ha subito uno di questi attacchi, con tutti i sistemi informatici paralizzati e 700 dipendenti costretti a tornarsene a casa. Un film già visto in altri colossi dell'industria veneta come la bellunese Luxottica e la trevigiana Geox.
Altro fronte su cui sta lavorando la polizia postale è quello delle intrusioni alle conferenze organizzate da enti e o istituti scolastici su Zoom o Teams. «In questo contesto si è registrato un disdicevole fenomeno che ha colpito gli eventi organizzati in videoconferenze aperte al pubblico» spiegano alla Postale del Veneto. È stato proprio durante lo svolgimento di questi eventi che si è realizzata l'attività di disturbo, con la diffusione di contenuti pornografici, offensivi o, in qualche caso, anche di simboli e immagini riconducibili all'ideologia nazista, con la conseguenza di indurre gli organizzatori ad interrompere l'evento.
Come si può facilmente notare dal consuntivo dell'attività operativa le persone indagate in Veneto per reati informatici sono quasi triplicate, le perquisizioni sono aumentate del 70% e anche il materiale sequestrato. Raddoppiate le diffamazioni online, per lo più attraverso i social network. Durante i mesi trascorsi a casa la gente ha riversato il proprio odio verso il prossimo. acquisti onlineNon potevano mancare le insidie nel campo dell'e-commerce.
Gli esperti delle cyber investigazioni hanno sventato una falsa vendita online di guanti e mascherine chirurgiche, sequestrando 48 mila euro guadagnati con la falsa promessa di recapitare il materiale. In tutto l'anno, complessivamente, sono stati recuperati oltre 200 mila euronei settori del phishing, business email compromise e frodi informatiche.
C'è poi il contrasto al cyber-terrorismo, con il controllo di oltre 1.200 tra profili social e pagine web sul fronte della prevenzione e del contrasto alla jihad e oltre 1.050 per la prevenzione dell'estremismo di destra e di sinistra. --
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