Interporto di Trieste a quota 12,3 milioni: «Record di sempre»

Andamento dei traffici frenato dalla crisi della Germania, ma i conti 2024 chiudono con un utile di 634 mila euro

Diego D'Amelio
L'Interporto di Trieste visto dall'alto
L'Interporto di Trieste visto dall'alto

Un valore della produzione da 12,3 milioni di euro, che è «il migliore di sempre», così come l’utile ante imposte da 634 mila euro.

Ma allo stesso tempo un andamento dei traffici in chiaroscuro, perché le oltre 400 mila tonnellate movimentate segnano sì un aumento di quasi il 12% su base annua grazie ai risultati di merci varie e metalli, ma fanno il paio con il dimezzamento dei container e dei treni intermodali, dovuto alle difficoltà dell’economia tedesca e ai lavori in corso nella rete ferroviaria austriaca.

L’Interporto di Trieste ha approvato il bilancio 2024 e ne approfitta per fare il punto sulle attività svolte dai suoi due rami: l’autoporto di Fernetti e gli spazi di FreeEste a Bagnoli della Rosandra.

Andando a guardare dentro i numeri forniti dall’Interporto, si rileva come le oltre 408 mila tonnellate di merce movimentata superino le 360 mila del 2023, nonostante i container siano scesi, dai 30 mila teu del 2023 agli oltre 17 mila dell’anno passato. Un trend che si è riflesso sui treni intermodali e general cargo allestiti da Interporto: 247 contro i 485 del 2023.

La nota diffusa dalla società evidenzia «il terzo anno consecutivo di crescita a doppia cifra, ottenuto nonostante le difficoltà legate alle tensioni geopolitiche internazionali che si sono riflesse anche sui traffici commerciali». In particolare, la diminuzione dei container movimentati nel 2024 «è attribuibile alla riduzione del numero dei treni terminalizzati, dovuta sia alla crisi del settore automotive in Germania, sia alla prolungata chiusura di alcune tratte ferroviarie in Austria per importanti lavori di manutenzione».

A sua volta il traffico di camion ha segnato una diminuzione dell’1,4% rispetto all’esercizio precedente, «legato soprattutto all’azzeramento dei mezzi provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia»: qui non si tratta però di volumi di merce, ma di mezzi in transito (116 mila quest’anno), che si fermano a Fernetti per le pratiche doganali, prima di imbarcarsi sui traghetti dell’autostrada del mare per la Turchia.

Rispetto alle strategie per il futuro, l’Interporto sottolinea che «anche nel 2024 si conferma la centralità dell’area logistica di FreeEste a Bagnoli, che ha gestito oltre il 64% dei volumi totali della società, confermando la validità delle strategie di sviluppo operate negli anni scorsi». L’ente valorizzerà questi spazi destinando 2,6 milioni per la realizzazione di magazzini attrezzati e nuovi varchi d’ingresso informatizzati, nonché per l’acquisto di mezzi di sollevamento.

«L’Interporto di Trieste – spiega il presidente Paolo Privileggio – accelera il suo percorso di crescita, puntando con decisione all’internazionalizzazione, sfruttando la sua posizione strategica resa ancora più rilevante dai cambiamenti negli scenari internazionali del traffico merci e dalla presenza del Punto franco».

Nella propria comunicazione, l’Interporto rimarca infine alcuni dati di carattere occupazionale. La società ospita nel sito di Fernetti 47 aziende, che impiegano complessivamente circa 250 addetti, tra spedizionieri, trasportatori, operatori commerciali, Agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza. A Bagnoli, all’interno del punto franco, la sede produttiva della multinazionale del tabacco Bat conta 260 dipendenti. Lo stesso Interporto vanta un organico di 40 persone, «raddoppiato nell’arco degli ultimi dieci anni». L’ultimo sguardo è sulle ricadute fiscali: «L’Iva e i dazi trattenuti sulle merci che transitano e vengono sdoganate presso le due sedi di Fernetti e FreeEste) generano flussi monetari per l’erario statale e regionale superiori ai 240 milioni di euro all’anno».

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