Il premier Conte: "Chiuderò la procedura Aspi in settimana"

GENOVA. «Chiuderò la procedura in settimana». Lo afferma sulla procedura di revoca per le autostrade ad Aspi il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che dichiara di «sottoscrivere la dichiarazione della Presidente del comitato delle vittime del ponte Morandi».
Conte sottolinea che «finchè resta la concessione ad Aspi, il ponte deve essere gestito da Aspi». Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi ha detto: «Chiediamo la revoca della concessione e vorremmo avere notizie dal Governo prima che ci sia la commemorazione del 14 agosto. Non è accettabile che dopo due anni non si sia ancora definita questa questione». Alla notizia che il nuovo ponte di Genova sarà affidato ad Aspi ha poi aggiunto: «Non mi aspettavo altro - aggiunge sulla gestione ad Autostrade -, tecnicamente e logicamente parlando mi sembrava inevitabile».
Intanto è attesa in settimana la decisione della Consulta sul decreto Genova. La Corte Costituzionale è chiamata a decidere sulla legittimità o meno dell'esclusione di Autostrade per l'Italia dai lavori di ricostruzione del ponte sul Polcevera e sui poteri del commissario straordinario. La trattazione in udienza pubblica è iniziata nella tarda mattinata e dopo gli interventi dei legali di Aspi, i primi a prendere la parola, la presidente Marta Cartabia ha sospeso i lavori, che riprenderanno alle 16. Sono numerose le parti.
Gli ultimi a intervenire saranno gli avvocati dello Stato Vincenzo Nunziata e Alessandro Jacoangeli. Numerosi gli ammessi, tra cui un gruppo di proprietari di immobili espropriati e, proprio per il protrarsi dei lavori, appare certo che la decisione non sarà oggi. In apertura dell'udienza il giudice relatore Augusto Barbera ha ripercorso i termini principali delle questioni, sollevate con cinque diverse ordinanze del Tar Liguria.
A seguito del crollo del Ponte, il governo con il decreto 109 del 2018 ha previsto un commissario straordinario per il ripristino in «somma urgenza» del viadotto e ha affidato la demolizione e ricostruzione a terzi, escludendo Autostrade, tenuta però a corrispondere il costo dei lavori.
Il Tar dubita che sia costituzionalmente legittimo precludere il diritto di «attivarsi» direttamente per il Ponte. Vengono invocati il principio di ragionevolezza e di legalità, di iniziativa economica e libertà della concorrenza, oltre che l'art. 111 sul giusto processo. Autostrade insiste sugli obblighi e i diritti gravanti sulla concessionaria, spogliata dei poteri di intervenire direttamente.
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