Energia, battaglia sugli incentivi: Benetton batte il ministero

I fondi erano stati negati dopo il trasferimento di un impianto mobile di cogenerazione da Vicenza a Ponzano. Al centro della vicenda la controllata Olimpias che ha fatto ricorso

Il gruppo Benetton trasferisce da Vicenza a Ponzano un impianto di cogenerazione e il ministero taglia gli incentivi economici. Ora però il Tar del Lazio ribalta quella decisione: il gruppo trevigiano del tessile ha diritto a quella somma, incassata nel biennio 2012-2013 (quasi ottantamila euro) ma poi “cancellata” dal 2014 al 2018. Potrebbero arrivare, insomma, altri duecentomila euro circa.

A presentare il ricorso è stata la Olimpias, ramo produttivo del settore tessile controllata da Benetton. Secondo il Mise, ministero dello Sviluppo economico, e il Gse, Gestore servizi energetici, la società trevigiana non avrebbe avuto diritto agli incentivi. Al centro del contenzioso c’era la struttura trasferita, una decina di anni fa, dal polo produttivo di Grumolo delle Abbadesse, nel Vicentino, al quartier generale di Ponzano Veneto.

Nell’estate del 2009 l’azienda aveva attivato un macchinario in grado di generare elettricità cedendo il calore residuo del processo di conversione dell’energia dal combustibile. L’apparato era mobile, realizzato in una sorta di container. Il trasloco dal Vicentino al Trevigiano era avvenuto un anno dopo la messa in funzione dell’impianto e la ripartenza dell’attività era scattata nel 2011.

Dopo aver raggiunto i parametri di risparmio energetico richiesti per accedere ai benefìci previsti dalla legge, Olimpias ne aveva così fatto richiesta per il 2012 e per il 2013, ricevendo rispettivamente 47.500 e 28.800 euro. Per gli anni compresi fra il 2014 e il 2018, invece, tutte le domande erano state respinte, «in quanto l’intervento non è stato effettuato utilizzando componenti nuovi»: tutti i pezzi, dal motore al contatore, provenivano infatti dalla vecchia sede.

A quel punto sono partite le azioni legali: secondo la linea portata avanti da Olimpias, per i sistemi di cogenerazione non c’è alcuna disposizione normativa che ne precluda una diversa localizzazione, «a differenza di quanto previsto per gli impianti fotovoltaici, per i quali è, invece, espressamente disposta la decadenza dagli incentivi in caso di trasferimento dell’impianto in un sito diverso da quello di installazione».

Spostare il generatore, insomma, non comporta la perdita del diritto agli incentivi: uesta argomentazione è stata accolta dai giudici amministrativi, come stabilito dal Tar del Lazio nei giorni scorsi: «Non si può ritenere che la rilocalizzazione abbia determinato l’alterità dell’unità stessa, la quale ha invece mantenuto la propria identità nel tempo senza che sia configurabile, solo in ragione di una modifica dell’ubicazione, l’utilizzo di componenti usate, che invece attengono alla medesima e originaria macchina», si legge nella sentenza.

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