Dubbi sul futuro del Molo Ottavo. Ma Hhla conferma i piani di sviluppo

In un documento per i soci il board ipotizza rallentamenti per la Piattaforma Logistica. Ma poi i vertici correggono il tiro

Diego D'Amelio

«Non si può escludere che la partecipazione di Msc possa comportare difficoltà per quanto riguarda gli ulteriori piani di espansione» della Piattaforma logistica. L’offerta pubblica d’acquisto lanciata da Msc sul terminalista tedesco Hamburger Hafen und Logistik Ag potrebbe mettere a rischio la costruzione del Molo VIII nel porto di Trieste: lo dice il board di Hhla nella comunicazione obbligatoria inviata ai soci in materia di acquisizione di società quotate. Sentita per commentare l’affermazione, la società amburghese aggiusta il tiro: «Continuiamo a perseguire la nostra strategia e rimaniamo impegnati sull’espansione del sito triestino».

Un mese fa il cda di Hhla ha dato parere favorevole all’operazione da oltre un miliardo condotta da Msc, raccomandando agli azionisti di accettare l'offerta con cui la società di Gianluigi Aponte intende portarsi al 49% di Hhla. In 77 pagine di relazione accompagnatoria, alle attività dei tedeschi in Italia sono dedicate 8 righe, in cui si sollevano dubbi sulle conseguenze che il riassetto societario potrebbe avere nel porto giuliano, dove Hhla ha rilevato tre anni fa la maggioranza della concessionaria della Piattaforma logistica.

Nella relazione il cda afferma che «per quanto riguarda il terminal gestito da Hhla Plt Italy, non si può escludere che il completamento dell’Offerta o la partecipazione di Msc – che detiene altresì una partecipazione in un terminal di Trieste e in altri terminal della regione – possa comportare difficoltà per gli ulteriori piani di espansione del terminal». In un secondo brano si specifica che anche la rappresentanza sindacale «vede rischi considerevoli: c’è ragione di dubitare che il terminal di Hhla rimanga accanto a quello controllato da Msc», che stando a questa lettura potrebbe optare per vendere.

Sentita dal Piccolo, la società tedesca offre ora un punto di vista diverso. «Abbiamo investito – dice il responsabile delle attività estere Philip Sweens – nel terminal triestino per posizionarci nel mercato in crescita dell’Adriatico. Hhla Plt Italy è stata sviluppata come un hub importante, che offre opportunità di ulteriore crescita. Continuiamo a perseguire la nostra strategia e rimaniamo impegnati sull’espansione del sito triestino e sullo sviluppo dell’ex area siderurgica come area logistica moderna e sostenibile». Hhla vuole sgomberare il campo da dubbi e dai timori generati dalla concentrazione che Msc sta conducendo in molti porti italiani: Sweens sottolinea che «la municipalità di Amburgo, che supporta i piani per l’espansione del terminal triestino, rimarrà azionista di maggioranza e l’accordo preliminare vincolante dell’Opa con Msc ha confermato le strategie, la neutralità del modello di business di Hhla e l’equo trattamento di tutti i clienti nei nostri terminal».

Hhla conferma i suoi programmi, ma la relazione del board solleva dubbi sulla realizzazione del Molo VIII per mano di un gruppo che si avvia a diventare un condominio fra il 51% nelle mani della municipalità di Amburgo e un 49% detenuto dal gigante di Aponte, che a Trieste già controlla l’unica banchina container, con traffici abbondantemente sopra i 700 mila teu annui e un programma di espansione in corso, tra investimenti privati e Pnrr. Il Settimo ha ancora capacità di crescita e non è peregrino che il board di Hhla scriva prudentemente che l’operazione su Trieste potrebbe uscire ridimensionata per effetto dell’Opa. Msc non commenta. Due mesi fa il direttore dei rapporti istituzionali Luigi Merlo aveva comunque assicurato «forti benefici anche al porto di Trieste».

Il management di Hhla continua intanto a parlare con il governo italiano, alla ricerca di sostegno per la costruzione del Molo VIII, con l’intenzione (annunciata a maggio dall’ad di Hhla Plt Italy Antonio Barbara) di renderne operativo il primo lotto entro il 2027. Hhla ha progettato la nuova banchina e contribuito a disegnare il terminal ferroviario adiacente, ma i programmi sono andati a rilento, complici pandemia e crisi russo-ucraina. I dati dello scalo tedesco nella prima metà del 2023 parlano di un -11,7% dei volumi e un -6,7% dei ricavi, che hanno reso improbo il pur graduale investimento da un miliardo sul Molo VIII.

Ad oggi le cose sono ferme alla richiesta di un partenariato pubblico-privato, con cui Hhla chiede al governo di partecipare alla costruzione della banchina. «Vogliamo mettere in sicurezza il progetto il prima possibile – dice Barbara – perché il terminal è già vicino al limite attuale della capacità e le condizioni politiche sono favorevoli, grazie al supporto del presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e del governatore Massimiliano Fedriga».

Fino all’Opa di Msc, l’Ottavo era pensato come una realtà indipendente perché non legata ad alcun armatore e capace perciò di attrarre le compagnie che oggi non saltano di gioia all’idea di arricchire Msc che, grazie ai ricavi straordinari degli ultimi anni, sta accumulando un numero sempre maggiore di navi, terminal e società di trasporto, ultima delle quali Italo Treno. Con il suo 49%, Msc non controllerà Hhla, ma difficilmente si muoverà foglia se non in condivisione con Aponte, di cui bisognerà misurare l’interesse per la nascita di un secondo molo container adiacente al Settimo. 

Riproduzione riservata © il Nord Est