Confronto tra Consalvo e Gorla: «Il sistema porto faccia squadra, il trasporto dati un’opportunità»

Il colloquio tra il presidente dell’Autorità portuale e l’ad di Siot. Scoccimarro: «Una nuova marcia nel dialogo tra aziende e territorio»

Ugo Salvini

Il porto è sempre stato l’anima economica della città. Ma il suo futuro potrà essere ancor più rilevante per il territorio, se il sistema che lo governa saprà fare squadra e progettare con lungimiranza assieme alle aziende che vi operano.

È questo il messaggio lanciato ieri sera - nel corso del tradizionale appuntamento organizzato dalla Siot in prossimità delle festività - da Alessandro Gorla, presidente e amministratore delegato della Siot nonché general manager del Consorzio Tal e da Marco Consalvo, neo presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, che gestisce i porti di Trieste e Monfalcone. Intervistati dal condirettore del Piccolo, Alberto Bollis, Gorla e Consalvo hanno espresso concetti molto chiari al riguardo.

Dopo aver ricordato che «quest’anno Siot ha già superato, con 40 tonnellate e mezzo di greggio scaricato da 406 navi, i livelli del 2024, quando con un maggior numero di navi la quantità di greggio era stata inferiore», Gorla ha sottolineato che «la nostra azienda si sente orgogliosamente parte dell’intero sistema che ruota attorno al porto. Ci sentiamo componenti di una squadra e sappiamo quanto rilevante sia questo aspetto.

Attualmente - ha proseguito il presidente e amministratore delegato della Siot - da Trieste riforniamo 45 milioni di persone in Europa, in particolare Austria, Germania e, di recente, tutta la Repubblica Ceca. Tutto questo è possibile grazie agli investimenti che abbiamo fatto e stiamo facendo sulla struttura di trasporto e collegamento, senza chiedere un solo euro di finanziamenti pubblici. Ecco allora che - ha proseguito, rispondendo a una precisa domanda di Bollis - che l’interazione con la politica si incentra su una domanda e cioè quale sarà il futuro dell’oleodotto, una tubazione di 750 chilometri che attraversa tre Paesi e ne collega decine».

Sul ruolo di Siot si è espresso con chiarezza Consalvo: «Per il porto di Trieste quest’azienda rappresenta il principale operatore, fattore che ci consente di essere, assieme a Monfalcone, una realtà primaria nel panorama nazionale. Nella mia visita allo stabilimento di San Dorligo della Valle ho riscontrato una struttura di assoluta qualità per ciò che concerne gli impianti. Siamo il porto più a Nord del Mediterraneo - ha aggiunto il presidente dell’Autorità - e lo scalo è parte della città e al suo interno ho constatato esserci una forza imprenditoriale notevole».

Bollis ha poi osservato che «se funziona il porto, funziona l’intera città», chiedendo ai due interlocutori quali sia per loro la tabella di marcia ideale. «Dobbiamo avere infrastrutture votate al futuro - ha detto Consalvo - e il valore aggiunto che potrò dare al porto è curare particolarmente l’efficienza dello scalo. Lavorare in prospettiva è importante: la crescita ci sarà, ma bisognerà farci trovare pronti. Oggi è in atto un rinnovo del sistema complessivo, una riforma, attraverso la quale dovremo guardare alla piattaforma logistica del Mediterraneo. Il disegno nazionale in questo senso è decisivo».

Bollis ha poi chiesto della prospettiva che Trieste possa diventare una centrale dei cavi marini che trasportano dati, con una rete affiancata all’oleodotto. «Tecnicamente la cosa è fattibile - ha risposto Gorla - ma facile no. Trieste è però città della ricerca, che potrebbe diventare il supporto per un progetto di questa portata».

«È una prospettiva interessante - ha ribadito Consalvo - perché Trieste è baricentrica sui corridoi europei, un nodo fondamentale, perciò il valore di questa prospettiva, unita all’elemento della ricerca può rappresentare uno scenario».

I saluti delle autorità istituzionali locali sono stati formulati dall’assessore regionale, Fabio Scoccimarro: «Il futuro della città di Trieste è nel porto e nello sviluppo di grandi aziende come Siot - ha rimarcato - che recentemente sta testimoniando una nuova marcia nel dialogo con il territorio e la città».

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