A22, l'Aiscat: l'esproprio illegittimo mina fiducia investitori

Lo afferma l'associazione delle società concessionarie in una nota in merito alla norma che autorizza i soci pubblici della Autobrennero a esercitare il diritto di riscatto delle azioni detenute dai privati

TRENTO. «Una estromissione forzata di alcuni soci in mancanza di apposite previsioni statutarie al riguardo (e lo statuto della Autobrennero, lo ricordiamo, non ne contiene) si pone in aperto contrasto rispetto alle basilari norme di diritto societario nonché al principio, costituzionalmente garantito, di libertà di iniziativa economica risultando pertanto estremamente discutibile dal punto di vista giuridico».

Lo afferma l'Aiscat in una nota in merito alla norma che autorizza i soci pubblici della Autobrennero a esercitare il diritto di riscatto delle azioni detenute dai privati. «Non solo: una simile azione - sottolinea l'Aiscat - avrebbe inoltre la conseguenza di minare ulteriormente la già non elevata fiducia degli investitori stranieri verso il panorama aziendale italiano, in quanto costituirebbe un importante precedente di intromissione abusiva da parte dello Stato nel campo dell'iniziativa economica privata».

«Al limite si potrebbe anche stabilire che la società debba diventare interamente pubblica, ma andrebbe fatto con le debite tempistiche e modalità, non mediante una mera imposizione ed omettendo oltretutto il legittimo riconoscimento dei propri diritti a soggetti privati che sinora hanno investito i loro capitali nell'azienda», osserva l'Aiscat. «Agire diversamente - afferma - rappresenta una virata verso il peggiore statalismo, un esproprio illegittimo ed ingiustificato, contrario a qualunque principio di libero mercato ed iniziativa economica».

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