Incognita materie prime e noli sulla ripresa del settore arredo a Nordest

Parlano l’ad di Marine Interiors (Fincantieri) Paolo Candotti e i due numeri uno di Federlegno, Claudo Feltri, e del Cluster legno arredo e sistema casa Fvg, Matteo Tonon

Luigi Dell'Olio
Bumbaca Gorizia Lavoratori alla ILCAM ©Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia Lavoratori alla ILCAM ©Foto di Roberto Coco

«Il costo dei container verso gli Stati Uniti, un mercato strategico per la logistica del Triveneto, oggi è superiore di dieci volte al livello di un anno fa. Nello stesso periodo il prezzo del gas, componente cruciale dei processi industriali, è aumentato di sei volte»: Matteo Tonon, esponente della storica azienda di Manzano che porta il cognome di famiglia e attuale presidente del cluster legno arredo e sistema casa del Friuli Venezia Giulia, inquadra così la situazione che sta vivendo il settore.

Matteo Tonon, presidente Cluster legno arredo e sistema casa Fvg
Matteo Tonon, presidente Cluster legno arredo e sistema casa Fvg

«La ripresa c’è ed è evidente, ma dopo le difficoltà dello scorso anno è arrivato il boom dei costi di materie prime e trasporti, che complica lo scenario».

Se un rincaro delle commodity era da mettere in conto alla luce della pressione della domanda sull’offerta, tipica di un periodo di crescita economica, il caro-noli e il caro-container no. Da più parti si sottolinea che la fiammata inflazionistica sarà temporanea, ma la sensazione tra chi fa impresa è che resterà tra noi ancora per diverso tempo.

Problemi confermati da Paolo Candotti, amministratore delegato di Marine Interiors, azienda pordenonese del gruppo Fincantieri che si occupa di arredi per interni. «A fronte di una domanda che resta sostenuta, occorre fare i conti con ritardi, e talvolta anche incertezza, sulle consegne».

Paolo Candotti, Ad di Marine Interiors
Paolo Candotti, Ad di Marine Interiors

Quanto all’aggravio dei prezzi, segnala, «mettono a dura prova i conti delle aziende. Chi opera in alcuni settori del b2c riesce a scaricare i costi maggiorati per le forniture, tutti gli altri vedono erodere sensibilmente i propri margini. Disporre di una struttura finanziaria robusta diventa allora essenziale per sopravvivere», spiega.

Il comparto legno-arredo è cruciale sia per il sistema economico del Veneto, che del Friuli Venezia Giulia. Nei decenni si sono sviluppati distretti che hanno raggiunto livelli di eccellenza a livello globale, con decine di migliaia di occupati a considerare anche l’indotto. FederlegnoArredo segnala che nei primi sette mesi dell’anno le vendite dell’arredamento oltreconfine sono cresciute del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, contro il +7,3% messo a segno nel confronto tra i primi sei mesi.

«Per la situazione del Triveneto al momento non abbiamo dati che possano confermarci se anche qui l’export abbia subito un rallentamento come quello registrato a livello nazionale, in cui ci troviamo in una situazione paradossale: nonostante il pieno di ordini, le aziende faticano a evaderli. Con il rischio, in alcuni casi, che qualche ordine possa essere cancellato dai clienti a causa dei ritardi di fornitura», annota Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo e imprenditore trevigiano (Arper).

«É una piccola battuta d’arresto - conclude Feltrin – ma potrebbe essere un campanello d’allarme e anche il Triveneto, data la sua grande vocazione all’export che nel primo semestre 2021 ha pesato per ben 2,31 miliardi di euro pari al 43,80% sul totale esportato, non può sottovalutare questo segnale».

Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo
Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo

I problemi legati agli approvvigionamenti e ai trasporti sono evidenti dall’inizio della primavera, ma per diversi mesi l’impatto è stato limitato dal fatto che le aziende hanno usato le scorte come cuscinetto. Ora la merce conservata in magazzino comincia a scarseggiare e si vedono i primi effetti sui ritmi del lavoro e della produzione.

La situazione appare destinata a durare ancora qualche tempo, per cui è molto probabile che il primo semestre farà segnare una decelerazione di produzione e ricavi rispetto alla prima metà dell’anno. Anche se l’intero 2021 dovrebbe chiudersi su livelli superiori sia al 2020, sia al 2019 per l’intera filiera. In prospettiva il caro materie prime dovrebbe far sentire ancora i suoi effetti a Nordest.

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