Inaugurata Fieragricola a Verona: interpreta un settore che vale, a livello nazionale, 60 miliardi di euro

La Fiera è il punto di riferimento di una filiera che in Italia conta oltre 400mila aziende agricole (l’83% sotto forma di impresa individuale), più di 910mila occupati e un valore della produzione complessiva tra agricoltura, silvicoltura e pesca che sfiora i 60 miliardi di euro. Risultati che valgono al Belpaese il primo gradino del podio, in Europa, per valore aggiunto prodotto dal settore primario (32,9 miliardi di euro, circa oltre il 2% del Pil).

Edoardo Bus

VERONA. La FierAgricola inaugurata a Verona potrebbe essere definita la mostra del grandissimo e del piccolissimo. Alla prima categoria appartengono le macchine per l’agricoltura 4.0, enormi e sofisticate, precise e splendide, come il trattore New Holland marchiato Giro d’Italia (di cui è sponsor), una “bestia” da 100mila euro e da prestazioni eccezionali.

Alla seconda, invece, dispositivi miniaturizzati per l’agricoltura di precisione o piattaforme informatiche che, dialogando con i satelliti, consentono addirittura di fare agricoltura predittiva, arrivando a stabilire le quantità d’acqua, fertilizzante e sementi necessarie su un determinato terreno.

Fieragricola 2022, inoltre, è interprete di una filiera che a livello nazionale conta oltre 400mila aziende agricole (l’83% sotto forma di impresa individuale), più di 910mila occupati e un valore della produzione complessiva tra agricoltura, silvicoltura e pesca che sfiora i 60 miliardi di euro. Risultati che fanno dell’Italia il primo Paese europeo per valore aggiunto prodotto dal settore primario (32,9 miliardi di euro, circa oltre il 2% del Pil).

Tornando al “grandissimo” sono sette i padiglioni dedicati alla meccanizzazione agricola e tutti i marchi più importanti del settore sono presenti, spinti da un 2021 che ha rappresentato per le immatricolazioni di trattrici e mezzi agricoli un anno di crescita (+36% sul 2020, secondo le elaborazioni di FederUnacoma, con un fatturato per il settore italiano di circa 14 miliardi di euro), grazie alle misure dedicate all’Agricoltura 4.0 per diffondere l’innovazione digitale, così come ai fondi messi a disposizione dai Programmi di sviluppo rurale, dalla Sabatini e dalle risorse che il Pnrr dedicherà alla meccanizzazione in agricoltura. Quanto al “piccolissimo”

Fieragricola dedica invece particolare attenzione al percorso di transizione e alla cosiddetta «digital farming», per favorire la diffusione di strumenti in grado di raccogliere dati, elaborarli e trasmetterli in modo da consentire il «dialogo» fra macchine e da permettere all’imprenditore agricolo di prendere le decisioni migliori in chiave di strategia sostenibile in campo.

Un esempio interessante è la piattaforma AgroAdvisor. «Il nostro sistema – spiega Giuseppe Ricci, amministratore delegato dell’azienda – integra dati e strumenti differenti come dati meteo, analisi satellitari, evapotraspirazione, composizione del terreno e consente di fare previsioni di produzione, impatto ambientale, pianificazione e registrazione delle operazioni colturali».

Strumenti come AgroAdvisor, o Demetra (presentato da Coldiretti), potrebbero persino consentire – sulla base dei dati storico di temperature, precipitazioni e composizione del terreno – di decidere se acquistare o meno un determinato appezzamento o se cambiarne la tipologia colturale.

La Fiera guarda al futuro, ma ha i piedi ben piantati in un presente fatto di guerra alle porte e prezzi dell’energia alle stelle. Le soluzioni, in agricoltura, sono il solare ed il biometano, i cui impianti stanno crescendo esponenzialmente in tutta Europa. La mappa del biometano mostra, infatti, che sono circa 300 le nuove unità che hanno iniziato le operazioni nell’ultimo anno e mezzo. In totale, sono circa 20.000 gli impianti di biogas in funzione in Europa. Per il solare il PNRR prevede ingenti risorse: 1,5 miliardi di euro per l’agrisolare e 1,1 miliardi di euro per l’agrivoltaico.

Quanto alla guerra le parole più dure le pronuncia Luigi Scordamaglia, Ceo Inalca/Filiera Italia: «La crisi Ucraina-Russia ci ha presentato il nostro Paese nudo, completamente sprovvisto di una politica energetica, perchè negli ultimi 20 anni abbiamo sistematicamente creduto che bastasse non trivellare, non aprire le tap, non aprire i gasdotti, non fare i rigassificatori e affidarsi completamente a un approvvigionamento esterno di energia. Risultato: siamo totalmente dipendenti dall’estero e scopriamo che non è così facile cambiare».

Ancora Scordamaglia: «La stessa cosa sta accadendo per la produzione agroalimentare. Oggi vediamo che quell’area di mondo - che controlla un terzo della produzione di grano, il 20% del mais e l’80% dell’olio di girasole - mette in crisi il sistema di food security globale, fa aumentare i prezzi che esplodono anche a casa nostra dove abbiamo trascurato il concetto di sicurezza e sovranità alimentare. Nell’agroalimentare non possiamo fare lo stesso errore che abbiamo fatto con Russia sull’energia – conclude –. Nel PNRR abbiamo 1,2 miliardi di euro per le filiere e 1,92 miliardi di euro per il biogas che è la vera risposta per l’austerity dei Paesi. Ma non è sufficiente se poi il 91% dei programmi di investimento di biogas presentati nel 2017 sono fermi in attesa di autorizzazioni. La burocrazia può vanificare tutto».

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