Zanutta, volano i ricavi. Nel ’21 raggiunti i 186 milioni di euro
Entra nel gruppo l’ex Punto edile di Rozzano. «Puntiamo ad espanderci ancora in Veneto e in Piemonte»

UDINE. Un exploit che supera ogni aspettativa: +42% di fatturato nel ’21, che raggiunge così i 186 milioni di euro, dai 131 del 2020. È la stima di chiusura d’anno di Zanutta spa, 600 addetti, produttore e rivenditore di materiali e prodotti per il mondo dell’edilizia, che festeggia i suoi primi 70 anni facendo entrare nel gruppo Il Punto Edile di Rozzano, sbarcando così in Lombardia. E la crescita - per linee esterne - non si ferma qui. Zanutta punta infatti a presidiare centri come Verona, Brescia non dimenticando il Piemonte. «Abbiamo alcune trattative in corso - risponde Vincenzo Zanutta, Ad del Gruppo, alla domanda quale di queste tappe verrà raggiunta per prima -. Dovendo azzardare, direi Torino».
La vostra è un’espansione pianificata oppure cogliete occasioni?
«Direi entrambe le cose. Il percorso che abbiamo immaginato è quello di creare una distribuzione che vada da Torino a Trieste con 4 punti focali di logistica, che è un fattore che pesa sul nostro settore, o forse 5 con Verona. Su questa spina dorsale verifichiamo le possibilità di aggregazione. Non perdendo di vista le occasioni, Rozzano è stata una di queste».
I numeri del ’21 sono lusinghieri, fatturato in forte aumento, e la marginalità?
«Operiamo in un settore competitivo e maturo, quindi una quota di margine direi che è fissa. Un’altra quota è data invece dalla migliore produttività delle risorse umane».
L’edilizia sta facendo da motore alla vostra crescita, grazie anche ai bonus che hanno fatto ripartire il settore. L’incertezza normativa si è fatta sentire?
«Fino al 2020 siamo cresciuti a doppia cifra ed eravamo davvero un caso unico. Nel ’21 la spinta è stata indotta dai bonus governativi e dalle risorse che sono arrivate al comparto edile. Le norme... beh sembrano opera di un pasticcere prestato all’edilizia. Il 110% per me è un’aliquota immorale. Meglio un’aliquota al 50%, un iter meno burocratizzato e un orizzonte a 5 anni: avrebbero consentito di raggiungere lo stesso risultato, evitando le speculazioni e probabilmente anche le truffe».
Il mercato tirerà fino a...?
«Pensando al Pnrr e alle opere pubbliche in partenza, direi fino al 2025».
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