Vini bianchi: il 53% dei consumatori conosce quelli del Collio
La ricerca Nomisma Wine Monitor sulla percezione degli appassionati: il Friuli Venezia Giulia si conferma al top

Il Friulano, uno dei vini icona della tradizione del Collio, ha l’oro in bocca. Con questa premessa si sta svolgendo «Collio Evolution», il primo evento istituzionale della Denominazione in programma da sabato a oggi 27 ottobre tra Gorizia e Cormons.
Un ciclo di eventi dedicati ad appassionati e wine lover, con degustazioni insieme ai produttori che spiegheranno origine e lavorazione dei vini, meeting, visite guidate alla scoperta del Collio e la cerimonia del Premio Collio giunto alla XVIII edizione.
Raccontare un Collio unito, autentico e riconoscibile attraverso i suoi vini è l’obiettivo del Consorzio Tutela Vini Collio.
Per capire come farlo si è approfondita la ricerca “Collio Experience. Percezione, valore e futuro di un territorio tra vino ed enoturismo”, realizzata da Nomisma Wine Monitor, al centro dell’incontro organizzato ieri nella Prefettura di Gorizia e moderato da Luciano Ferraro, critico enologico. A esporre la ricerca Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, e Luca Raccaro, presidente del Consorzio Collio.
Si parte dal quesito chiave: come possono i vini soddisfare i palati più esigenti, dagli antipasti al dessert e, allo stesso tempo, valorizzare l’enoturismo? L’indagine - condotta su un campione di 1.500 consumatori italiani di vino, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, tra cui almeno 500 enoturisti - mira a valutare la loro percezione e l’interesse per il vino del Collio e l’enoturismo.
Nello studio Nomisma il Friuli Venezia Giulia emerge come regione top-quality per la produzione di vini bianchi.
A confermarlo è il 13% dei consumatori abituali di vino bianco, preceduto dal 15% dell’Alto Adige e seguito dall’11% della Sicilia, dal 10% del Trentino e dal 9% del Veneto al quinto posto.
Alla base della ricerca delle strategie più efficaci per consolidare la Denominazione, c’è l’analisi della percezione dei consumatori, chiamati a confrontarsi con una lista di vini: dal Pinot Bianco al Pinot Grigio, passando per il Sauvignon fino alla Ribolla Gialla, al Friulano e al Collio bianco. La notorietà del brand Collio è evidente: quasi tutti i consumatori italiani di vino bianco conoscono almeno uno dei vini prodotti nel Collio, e il 53% sa che provengono da questo territorio.
Colpisce che nell’ultimo anno, per chi ha consumato vini bianchi, esiste un gap tra il totale degli intervistati e i consumatori cosiddetti “consapevoli”, ossia coloro che conoscono davvero l’origine dei vini. Il divario è più marcato per i vitigni autoctoni come Ribolla Gialla e Friulano, rispetto a quelli internazionali come Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon, confermando come la conoscenza del territorio possa diventare una leva fondamentale per ampliare il bacino di utenza dei vini del Collio.
La maggior parte delle bottiglie si stappa fuori casa nei ristoranti e nei wine bar.
Da non dimenticare poi l’equilibrio tra corpo, freschezza e complessità aromatica: sono questi i punti di forza che fanno amare i vini del Collio, secondo un consumatore su due.
L’altra faccia dell’indagine riguarda l’enoturismo, che nell’ultimo anno ha coinvolto un consumatore italiano di vino su due.
La propensione a viaggiare cresce soprattutto tra chi possiede un livello di istruzione elevato (68% di enoturisti), un reddito medio-alto (66%), ma anche tra i wine expert e i millennials (63%).
Degustazioni, eventi ed enoturismo veicolano la conoscenza dei vini del Collio, mentre social e influencer, con i loro consigli, parlano ai più giovani. —
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