Ucraina, il Nordest a Varsavia per il business della ricostruzione

Il 15 febbraio si apre in Polonia il forum internazionale patrocinato dal governo di Kiev. Per l’Italia saranno presenti 34 aziende, un terzo arrivano dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia

Giorgio Barbieri
TOPSHOT - This handout picture released by the State Emergency Service of Ukraine, shows firefighters extinguishing a fire in the Kharkiv regional police department building, which is said was hit by recent shelling, in Kharkiv on March 2, 2022. (Photo by UKRAINE EMERGENCY MINISTRY PRESS SERVICE / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / Ukraine Emergency Ministry press service / handout" - NO MARKETING - NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS
TOPSHOT - This handout picture released by the State Emergency Service of Ukraine, shows firefighters extinguishing a fire in the Kharkiv regional police department building, which is said was hit by recent shelling, in Kharkiv on March 2, 2022. (Photo by UKRAINE EMERGENCY MINISTRY PRESS SERVICE / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / Ukraine Emergency Ministry press service / handout" - NO MARKETING - NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS

Se da una parte il processo di pace sembra ancora in una fase di stallo, dall’altro il governo ucraino inizia a pensare al futuro e quindi alla ricostruzione del Paese, un business del valore indicativo di 1.200 miliardi di euro. Bisognerà ricostruire ponti, infrastrutture energetiche, scuole e ospedali e le aziende del Nordest non vogliono esserne escluse. E così un primo gruppo di imprese venete e friulgiuliane parteciperanno, il 15 e il 16 febbraio, al forum internazionale che si terrà a Varsavia in Polonia, un evento internazionale sulla futura ricostruzione del paese. Un incontro ufficiale, patrocinato dal governo di Kiev, per capire come rifare l’Ucraina non appena la guerra finirà. Tra gli stand della manifestazione gli imprenditori potranno interloquire con i politici ucraini, ministri, sindaci e dirigenti. Non mancheranno banchieri, investitori e filantropi.

Le aziende del nordest

L’Italia sarà presente in 216 metri quadrati (costo 220 euro al metro) con 34 aziende di medio taglio, selezionate dalla Camera di Commercio per l’Ucraina: alcune fatturano decine di milioni, altre sono quotate in Borsa. Edilizia, ingegneria, rinnovabili, elettrochimica, riscaldamenti i settori maggiormente presenti. Le domande pervenute alla Camera di commercio erano il doppio. I tedeschi sono quattro volte gli italiani. Più ristretti francesi, turchi, cechi e belgi. Delle 34 aziende italiane presenti, un terzo circa viene dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia. L’elenco comprende la Adriacos di Latisana, la Baxi di Bassano del Grappa, la Bisognin Automazioni Industriali di Meledo di Sarego in provincia di Vicenza, la Ecosism di Battaglia Terme, la Energy di Montebello Vicentino, G & P Intech con sede ad Altavilla Vicentina, GCF Generale Costruzioni Ferroviarie che ha una sede strategica a Venezia, la Isopan di Verona, la Seingim Global Service di Ceggia e la Unionsped di Savogna d’Isonzo in provincia di Gorizia. Questi avranno la possibilità di entrare in contatto con gli amministratori dei luoghi martoriati che abbiamo imparato a conoscere nel corso dell’ultimo anno: Mariupol, Zaporizhzhia, Borodianka, Makariv, Kherson, Mikolaiv, la stessa Kiev. Gireranno per i padiglioni alla ricerca di contratti da siglare con le aziende europee. Il momento più atteso sarà la mattina del 15 febbraio con il Forum per la ricostruzione (biglietto 500 euro) e gli interventi dei ministri ucraini Dmytro Kuleba (Esteri), Julia Svyridenko (Tesoro), Mykhailo Fedorov (Digitale), Oleksandr Kubrakov (Infrastrutture) coordinati dal presidente dei costruttori Lev Partkhaladze.

I costi

Premier Expo, la società ucraina che ha organizzato l’esposizione in Polonia, ha suggerito alle aziende di aderire al Forum perché si tratta dell’unica piattaforma che fa interagire produttori, appaltatori, architetti, investitori, assicuratori. Però l’affiliazione non è gratuita: ci sono tre livelli, da 3.000 a 7.000 euro più commissioni. La concorrenza infatti sarà spietata: paesi come Francia, Germania (a Varsavia avrà la posizione migliore: sull’ingresso è un passaggio obbligato per i visitatori), Danimarca e Polonia vogliono la loro fetta di mercato. Oltre l’Unione europea ci sono in pole position gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Corea del Sud e la Turchia. Sembra esserci spazio per tutti ma ovviamente chi arriva primo parte avvantaggiato.

Crocevia nordest

Ma non ci sono solo le aziende. Il Veneto e il Friuli Venezia Giulia possono infatti diventare il futuro snodo per le merci da e verso l’Ucraina. A spiegarlo è lo stesso Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che sottolinea come sul porto di Trieste sia già dirottato il traffico di Odessa e, assieme a Venezia e Monfalcone, può trasformarsi nella porta di accesso in Europa anche tramite collegamenti su gomma. «Da parte nostra c’è l’impegno a cooperare sul corridoio terrestre numero 5 da Kiev al Nord-Est italiano», ha spiegato Urso, «perché in qualche modo diventino loro porti quelli di Trieste e Venezia e la loro base logistica il quadrante Europa con la più grande piattaforma logistica del continente che si trova a Verona». Dunque, anche se la pace sembra ancora un miraggio, il Nordest si muove per ritagliarsi una fetta del grande business della ricostruzione ucraina.

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