Thelios, Marcolin e ora Mitsubishi: è scattata la corsa ai dipendenti Safilo

Comporre il mosaico della situazione di Longarone, stabilimento di Safilo che il gruppo dell’occhialeria intende dismettere, resta complesso. Con una aggravante non da poco, il tempo. Sul fronte sindacale, la Cgil si è detta contraria ad un eventuale spezzatino, come lo ha più volte definito. La tesi del sindacato è: Safilo non ha problemi finanziari, non è in crisi, ma sta semplicemente cercando di massimizzare la propria redditività.
Resta che il gruppo ha già indicato lo stabilimento nel bellunese come un sito non strategico. La perdita delle licenze francesi hanno, infatti, costretto Safilo a modificare il proprio modello di business, quindi il metallo che viene lavorato a Longarone non è più strategico per produzioni che invece virano sulla fascia premium di prezzo e sono focalizzate sull’acetato.
Se questa è la condizione di partenza, Thelios ha dato la sua disponibilità a rilevare la fabbrica e ad assorbire la metà dei dipendenti. Fonti vicine al dossier sottolineano come la divisione eyewear del gruppo Lvmh, benché in forte progresso, sta già più che raddoppiando le previsioni di assunzioni. Il piano di sviluppo di Thelios stabiliva un aumento della produttività, poiché la capacità dei 4 milioni di paia di occhiali risulta già saturata. Il piano tuttavia vedeva 100 nuovi ingressi e non le 230 persone che sarebbe disponibile ad assorbire.

Ma nella valle a nessuno sfugge che la manodopera è un asset fondamentale, molto richiesto e ricercato. Tanto che, come noto, anche Marcolin sarebbe della partita, disponibile ad assorbire almeno altri 50 dipendenti. Sulla cifra non c’è ancora certezza, l’azienda contattata non ha voluto commentare.
Ma fonti qualificate affermano che il gruppo dell’occhialeria potrebbe anche alzare questa cifra utilizzando la cassa per riorganizzazione aziendale, 24 mesi anche continuativi per un quinquennio mobile. Quindi elevare le sue esigenze di manodopera in caso di una prospettiva di espansione più elevata. Marcolin è in una fase di crescita, anche grazie all’investimento da 250 milioni di dollari (circa 240 milioni di euro)con cui è entrato nell’operazione Estée Lauder-Tom Ford, assicurandosi la licenza perpetua del marchio americano per quanto riguarda gli occhiali.

Fatti tutti i conti resterebbero fuori circa 170 dipendenti, che però il territorio, affermano alcune fonti anonime, sarebbe in grado di riassorbire. Come? A quanto risulta su quelle maestranze non c’è solo l’interesse del mondo dell’occhialeria (oltre a Marcolin e Thelios ci sarebbe un terzo soggetto che sarebbe pronto a entrare nella partita, è straniero e senza stabilimenti in Italia). Secondo due diverse conferme, infine, un gruppo con sede ad Alpago (si tratterebbe di Mitsubishi Electric ma non è stato possibile avere la conferma diretta) sarebbe interessato a 50 operai, li formerebbe per poi inserirli nel proprio organico.
L’8 di giugno il gruppo padovano potrebbe arrivare con una proposta che contempli più elementi, in cui il cardine dovrà essere la salvaguardia dei posti di lavoro. E nella speranza che riesca a giungere ad una quadra con le organizzazioni sindacali.
Safilo andrà via, l’obiettivo è che questa partita di revisione del modello di business del gruppo non debbano pagarla gli operai. Per giunta in un’area come il bellunese che è alla ricerca spasmodica di maestranze. Sarebbe un paradosso.
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