Snaidero: aumento di capitale da 6 milioni, i sindacati annunciano 4 giorni di sciopero

L’azienda, in una nota, ribadisce la necessità di dismettere il reparto verniciatura con il conseguente esubero di 28 addetti, ma Cgil, Cisl e Uil non ci stanno e proclamano l’astensione dal lavoro, votata in assemblea dal 98% dei dipendenti

Maurizio Cescon

Nervi tesi alla Snaidero. L’azienda invia una nota per replicare alla conferenza stampa dei sindacati che lamentavano la chiusura del reparto di verniciatura e il ricorso a 28 esuberi nello stabilimento di Majano.

In contemporanea, dopo un’assemblea fiume di 3 ore, Rsu e Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato 4 giorni di sciopero, a partire da martedì 23 dicembre, con presidi davanti alla fabbrica a partire dalle 7 del mattino.

Il consenso all’astensione dal lavoro è stato praticamente unanime, pari al 98% di partecipanti alla riunione con le rappresentanze sindacali.

Si va dunque al muro contro muro. A nulla, evidentemente, è valsa la promessa dei vertici aziendali che, nel documento diramato ieri pomeriggio, avevano «confermato la propria disponibilità a proseguire un confronto costruttivo e responsabile con le organizzazioni sindacali, nella consapevolezza che solo attraverso un dialogo basato su dati oggettivi e una visione industriale condivisa sia possibile tutelare il futuro dell’impresa e dei suoi lavoratori».

Snaidero, nella nota stampa, ha fatto il punto della situazione «per dare un quadro più chiaro e puntuale dei fatti, nel rispetto dei propri lavoratori, delle parti sociali e degli stakeholder».

Soprattutto la compagine societaria (Invitalia, Friulia e Amco al 49%, DeA Capital tramite il fondo Idea Ccr al 48% e la famiglia Snaidero al 2%) ha annunciato, in parallelo con la riorganizzazione del reparto verniciatura, un «ulteriore aumento di capitale per proseguire il percorso di rilancio, pari a circa 6 milioni di euro. A tal proposito DeA Capital ha già deliberato la propria quota di intervento e per gli altri soci sono il corso le procedure necessarie al completamento delle relative delibere».

Ma non è finita qui. Snaidero fa un excursus completo dello stato delle cose.

«Il piano industriale in essere - si legge - è solido e coerente con le esigenze del mercato. I risultati ottenuti fino a oggi hanno consentito all’azienda di rafforzare la propria credibilità e affidabilità nei confronti di tutti gli stakeholder, inclusi fornitori, clienti e partner finanziari, che continuano a riconoscere il valore e la continuità del progetto industriale. Negli ultimi due anni sono stati aperti 51 negozi, rilanciati 71 punti vendita, create 10 nuove partnership commerciali, aperti canali di vendita attraverso architetti e sviluppatori immobiliari e aperta una filiale negli Stati Uniti. Negli ultimi anni sono stati fatti investimenti significativi nello sviluppare e allargare il portafoglio prodotti, nel sostegno di marketing e comunicazione del brand, nello sviluppo commerciale, nell’efficientamento dell’organizzazione e nei sistemi informativi aziendali. Nei prossimi anni gli investimenti continueranno coinvolgendo anche l’aggiornamento impiantistico».

L’azienda sottolinea poi che «la crisi che riguarda Snaidero ha origini ben precedenti e riconducibili a un lungo periodo di assenza di investimenti strutturali, che risalgono al periodo antecedente all’ingresso dell’attuale compagine societaria. A partire dall’ingresso di DeA Capital alternative funds prima, e successivamente di Invitalia e Friulia, sono stati complessivamente immessi oltre 40 milioni di euro a sostegno del rilancio».

Infine la proprietà ribadisce la necessità della dismissione del reparto verniciatura.

«Gli interventi previsti - conclude il comunicato - hanno l’obiettivo di rendere Snaidero competitiva e più efficiente sul mercato, in linea con i principali concorrenti, che da anni non dispongono più di un reparto di verniciatura interno. Si tratta quindi di scelte industriali necessarie per garantire sostenibilità e competitività nel medio-lungo periodo». —

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