Sciopero in Abs: adesione contestata. Per il sindacato ha incrociato le braccia il 50% degli operai, per l’azienda appena il 10%

Seconda giornata di sciopero, il 6 dicembre, all’acciaieria del gruppo Danieli. I lavoratori chiedono di rivedere i meccanismi di pagamento dello stipendio, di rimpolpare gli organici e di condividere i criteri per bonus produttività. In settimana le parti dovrebbero tornare a sedersi al tavolo. 

Maura Delle Case

POZZUOLO DEL FRIULI. Seconda giornata di sciopero il 6 dicembre all’Abs di Cargnacco, l’acciaieria del gruppo  Danieli. Una seconda giornata che si è chiusa con una contesa sui dati dell’adesione. Secondo il sindacato ha incrociato le braccia circa il 50% dei diretti alla produzione, un numero sufficiente per impedire il regolare funzionamento dell’acciaieria. Tutt’altra la narrazione aziendale. Secondo i vertici di Abs infatti l’adesione si è fermata al 10% e la produzione è stata poco meno che regolare, garantita al 90%. Messaggi diversi per uditori diversi: lavoratori da un lato, clienti internazionali dall’altro.

Al netto delle divergenze sui numeri, i segretari delle tute blu Francesco Barbaro (Fim Cisl), David Bassi (Fiom Cgil) e Giorgio Spelat (Uilm Uil) si dicono soddisfatti della risposta data dai dipendenti alla mobilitazione e alle sue ragioni. Molto meno di quelle rilasciate al Messaggero Veneto dal Ceo di Abs, Stefano Scolari, “insufficienti” a dirimere la vertenza secondo le parti sociali che sono quindi tornate a chiedere, insieme ai delegati Rsu, un incontro in Confindustria Udine per ristabilire le relazioni industriali e poi entrare nel merito delle questioni. Anche l’azienda ha rilanciato, proponendo un incontro per venerdì 10 dicembre.

Che le parti si ritrovino in Confindustria o a Cargnacco, la settimana in corso promette di essere dirimente, almeno in termini di riavvio del dialogo interrotto. Tutt’altra partita quella nel merito dei temi aperti, che ancora una volta il sindacato ha messo in fila divulgando il 6 dicembre un lungo comunicato.

L’apertura di Scolari, la dichiarata disponibilità a riavviare un dialogo, è stata archiviata come un “bla, bla, bla”. “Oggi ogni tentativo sindacale di mediazione non è stato preso in considerazione” hanno dichiarato i sindacati ribadendo d’essersi trovati più volte nella mera condizione di “uditori”: “Come già lo scorso febbraio rimane il dubbio di “disconnessione” tra quello che succede ogni giorno in azienda e la proprietà”. Lo sciopero di febbraio, proclamato a valle dell’introduzione della nuova modalità di liquidazione della busta paga, aveva consentito di avviare un percorso di confronto e condivisione.

Poi? “Nulla, buio assoluto” hanno denunciato i segretari ricordando quindi la lunga lista delle doglianze che domandano con forza di discutere: dall’erogazione delle buste paga al premio di risultato, “portato dall’azienda al tavolo con la proposta indecente di vincolare un premio medio per tutti a fronte di un accordo sindacale per il quale i lavoratori avrebbero dovuto restituire i 500 euro erogati unilateralmente dall’azienda a gennaio”. 

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