Sapori Antichi in difficoltà, chiesta la cassa straordinaria
A rallentare l’azienda produttrice di pasta sono i dazi Usa e alcune commesse incagliate per la Gdo. Il sindacato denuncia il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori da aprile

Il ritardato avvio di una serie di commesse per la grande distribuzione organizzata e l’effetto dei dazi americani hanno causato una crisi che la proprietà definisce “temporanea” alla Sapori Antichi, azienda di Villa Santina produttrice di pasta bianca. La situazione ha imposto alla governance il ricorso agli ammortizzatori sociali per la decina di dipendenti occupati nello stabilimento. La domanda è stata formalizzata lo scorso 1° settembre come fa sapere il presidente dell’azienda Alberto Toneatto: «Abbiamo avanzato una richiesta di cassa integrazione straordinaria per crisi della durata di sei mesi che ci consentirà di gestire il momento, ma già entro la fine del mese contiamo di poter sistemare la partita con la grande distribuzione organizzata e tornare così a produrre a regime».
L’attività al momento procede infatti a ritmo rallentato, con ovvie ripercussioni sulla forza lavoro. Una decina di persone che pagano la situazione anche economicamente.
«Da mesi – dichiarano in una nota diffusa ieri i segretari di Fai Cisl Fvg, Giovanni Longo, e Flai Cgil, Francesco Buonopane – il lavoro procede a singhiozzo, per non dire che è praticamente assente. I lavoratori vengono lasciati unilateralmente a casa e hanno in arretrato stipendi dal mese di aprile 2025». L’azienda conferma gli arretrati, ma sposta l’asticella: «Risalgono a luglio 2025».
La richiesta di attivazione dell’ammortizzatore sociale da un lato e la finalizzazione dei contratti con la Gdo dovrebbero essere dirimenti nel breve sia per la messa in sicurezza del reddito dei lavoratori che per l’attività dell’azienda, che al netto del momento di difficoltà guarda con fiducia al futuro.
«Abbiamo realizzato un’importante mole di investimenti in questi ultimi anni e ci sono tutte le condizioni per continuare a lavorare – fa sapere ancora Toneatto –. Purtroppo, i dazi Usa, per noi che abbiamo una quota di esportazioni pari al 40 per cento, in larghissima parte legata al mercato a stelle e strisce, sono un problema non banale».
Un altro duro colpo dopo quello accusato con il Covid, prima del quale l’azienda vendeva i suoi prodotti in particolare negli autogrill della rete autostradale: nel post pandemia la società ha avviato un percorso di rebranding che l’ha vista passare dalla produzione di pasta colorata a pasta bianca, apprezzata oggi, tra gli altri, da numerosi chef stellati.
La società ha chiuso il 2024 a quota 1,1 milioni di ricavi (di poco superiori all’anno precedente) e l’obiettivo per il 2025, anche alla luce della difficoltà che sta attraversando, è riuscire a mantenere gli stessi volumi.
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