Santocono: «Veneto, passaggi generazionali difficili in troppi scelgono di vendere ai fondi»

Sviluppo delle imprese, servizi camerali e semplificazioni, relazioni istituzionali e rappresentanza. Sono questi alcuni dei nodi strategici del programma triennale 2024-27 di Unioncamere Veneto sotto la presidenza di Antonio Santocono, cofondatore di Corvallis e attuale presidente della Camera di Commercio di Padova al suo secondo mandato.
Un programma vasto, quello della struttura che associa le cinque Camere di commercio della regione che guarda alla formazione come leva di competitività, al turismo come risorsa, all’internazionalizzazione e ai rapporti istituzionali con la regione e con la Ue, ma anche ai temi imprescindibili delle infrastrutture e dell’innovazione tecnologica, senza nascondere le criticità di un territorio dalle enormi risorse.
Partiamo dalle criticità. Quali le più pressanti?
«Penso alla condizione demografica del Veneto. Non troppi mesi fa Veneto Lavoro riportava alcune stime secondo cui, nei prossimi dieci anni, in regione mancheranno 200 mila persone in età lavorativa e nel 2040, al netto di migrazioni tra regioni e da o per l’estero, ci saranno 440 mila occupati in meno rispetto ad oggi. Non abbiamo il potere di invertire questa tendenza ma possiamo lavorare per ridurre il mancato incontro tra offerta e domanda di lavoro, da un lato con azioni e progetti per la formazione professionale delle nuove generazioni, dall’altro facilitando il dialogo e la sinergia tra mondo della scuola, delle imprese, dell’Universita. Il problema tuttavia ha altre ricadute sulle quali abbiamo intenzione di lavorare».
Quali per esempio?
«C’è un problema di passaggio generazionale nelle imprese. Molti imprenditori, legittimamente, scelgono di risolvere questa questione cedendo la proprietà a fondi o a grandi gruppi industriali. Il fatto è che troppo spesso la ricchezza prodotta viene reinvestita in attività finanziarie e non industriali. Il risultato è una doppia finanziarizzazione dell’economia del territorio: da una parte nella proprietà del patrimonio industriale di questo territorio, dall’altra nelle disponibilità di imprenditori che non hanno più la forza o la voglia per scommettere su una nuova idea imprenditoriale. Questo fenomeno rischia di inaridire un sistema fino a ora ricchissimo».
Come avete intenzione di intervenire?
«Vorremmo aiutare le famiglie e le imprese ad introdurre in azienda manager in grado di gestire al meglio le imprese nel contempo collaborando con le famiglie proprietarie nella tutela dei loro interessi industriali e finanziari. Nel frattempo cercheremo di supportare le imprese che vorranno creare reti tra loro a sviluppare realtà più grandi e più competitive».
Il nostro sistema si trova di fronte a nuove sfide e difficili, spesso imposte dall’Unione Europea. Cosa avete intenzione di fare a riguardo?
«Le nostre imprese, soprattutto quelle Pmi immerse in filiere internazionali complesse, sono e saranno sempre più spesso appesantite da compliance europee difficilmente gestibili da chi ha strutture amministrative leggere. Puntiamo a garantire un supporto di formazione e di consulenza a queste imprese che altrimenti rischiano di trovarsi tagliate fuori da mercati strategici e da filiere alla cui competitività globale contribuiscono non poco. Abbiamo intenzione però di rafforzare anche la nostra presenza a Bruxelles».
Un progetto che guarda alla collaborazione con tutti i partner del territorio.
«Le Camere di Commercio sono la casa delle imprese e Unioncamere è il collettore delle loro istanze con le istituzioni. Lavorare insieme per scegliere progetti e indirizzi, per fare massa critica sul piano dei finanziamenti e per portare le istanze del territorio ai piani alti di enti sovranazionali come la Ue è il nostro compito e lo svolgeremo al meglio se siamo uniti e solidali. Abbiamo al nostro arco strumenti eccellenti come Infocamere, come Venice Promex, come le nostre strutture per il trasferimento tecnologico. Possiamo contare sulle competenze che sono all’interno delle nostre Camere di Commercio, nella Regione e nelle categorie economiche. Lavoreremo per la semplificazione anche utilizzando tecnologie digitali, a partire dall’intelligenza artificiale».
Riproduzione riservata © il Nord Est