Safilo è tornata a correre, nel primo trimestre fatturato in crescita dell’8,4 per cento
Il nuovo modello di business, inaugurato dalla gestione di Angelo Trocchia, sta funzionando. Certo sono stati anni durissimi con un piano di taglio dei costi che ha avuto un impatto importante sulle maestranze e che ha comportato anche la chiusura del sito di Martignacco, in Friuli, e la riduzione dei lavoratori a Longarone

PADOVA. Safilo continua la sua corsa. Nel primo trimestre il gruppo di occhialeria con sede a Padova ha registrato un nuovo incremento dei ricavi, che raggiungono quota 282,6 milioni di euro, in crescita del 8,4% a cambi costanti (+12,4% a cambi correnti) rispetto ai 251,4 milioni di euro registrati nel 1° trimestre 2021.
Con un valore sugli altri che fa alzare le antenne, le vendite organiche, cioè quelle che includono i soli marchi di proprietà e le licenze non terminate, presenti in entrambi i periodi a confronto, ed escludono il business attribuibile al contratto di fornitura con Kering Eyewear, hanno segnato un progresso superiore al 14 per cento. Detto diversamente il nuovo modello di business di Safilo, inaugurato dalla gestione di Angelo Trocchia, sta funzionando.
Certo sono stati anni durissimi con un piano di taglio dei costi che ha avuto un impatto importante sulle maestranze e che ha comportato anche la chiusura del sito di Martignacco, in Friuli, e la riduzione dei lavoratori a Longarone. Si ricorderà che il piano esuberi, conseguenza dell’uscita delle licenze di proprietà del big francese Lvmh, le più significative Dior e Fendi, avevano condotto ad un piano esuberi per 700 dipendenti sui 2.600 totali, di cui 400 nello stabilimento in provincia di Belluno.
Ora pare che la risalita sia iniziata, con il gruppo, che se confermasse questi numeri, si troverebbe a guadagnare nuovamente il livello del miliardo di ricavi (e oltre).
Tornando ai numeri, come spiega la nota, a trainare le vendite sono stati i marchi propri Smith e Carrera, insieme ad un inizio anno incoraggiante per il business Polaroid. Sul fronte dei brand in licenza, Tommy Hilfiger, Kate Spade e Hugo Boss hanno mantenuto un ritmo di crescita sostenuto, e i marchi di David Beckham, Missoni, Isabel Marant e Under Armour, entrati più recentemente nel portafoglio, hanno aumentato la loro rilevanza, guadagnando ulteriori spazi nei propri mercati di riferimento.
Il 1° trimestre 2022, ricorda la nota, ha inoltre visto il lancio delle nuove collezioni eyewear di Carolina Herrera, Dsquared2 e Chiara Ferragni, “tre nuove licenze che hanno riscosso un notevole consenso di mercato, ben supportando la compensazione delle vendite non ricorrenti registrate nel corrispondente periodo dello scorso anno”.
Riproduzione riservata © il Nord Est