Il ritorno di Riello in mani italiane. Urso: «Si rafforza la filiera del Paese»
Dopo l’acquisizione da parte di Ariston, si guarda al progetto di rilancio. Stefani: «Nuova fase da seguire con attenzione»

l’accordo
Nicola Brillo /Legnago
Torna italiano il gruppo Riello. Martedì sera è stato ufficializzato il passaggio del 100% della società veronese e filiale americana ad Ariston Group, che ha sottoscritto un accordo con Carrier Global Corporation per un controvalore di 289 milioni. Fondato nel 1922 a Legnago, Riello è attiva nel comparto della climatizzazione e vanta nel proprio portafoglio marchi di prestigio internazionale come Riello e Beretta. Per il 2025, i ricavi netti dell’impresa veronese si stimano a circa 400 milioni con un margine operativo lordo rettificato pari a circa 35 milioni di euro.
Tutte le sue strutture industriali saranno trasferite ad Ariston Group, inclusi gli stabilimenti produttivi di Legnago e Volpago, Torun (Polonia), Shanghai (Cina), il sito di assemblaggio e testing di Mississauga (Ontario, Canada) e i centri di ricerca e sviluppo di Lecco e Angiari (sempre nel Veronese). Il gruppo impiega 1.300 persone nel mondo, più della metà in Italia, e quasi 500 persone nel Legnanese. Interessati all’acquisizione c’erano anche alcuni investitori cinesi, come Haier e Midea.
«L’acquisizione da parte di Ariston Group chiude un percorso complesso, seguito in ogni sua fase dal ministero», ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «L’operazione rafforza la filiera del Paese, tutela l’occupazione e garantisce continuità e sviluppo alle attività produttive, nell’ambito di una strategia di crescita solida e di lungo periodo». Il completamento dell’operazione è previsto entro la fine del primo semestre 2026.
«Siamo contenti dell’acquisizione, un pezzo importante della metalmeccanica rimane in Italia, ma siamo in attesa di capire il progetto che Ariston vuole portare avanti», ha sottolineato Martino Braccioforte, segretario generale Fiom-Cgil di Verona. «L’industria è legata alla transizione energetica nel settore termomeccanico e servono grossi investimenti per la riconversione degli impianti, come prevede la politica europea sulle caldaie di nuova generazione. Il gruppo Carrier ha fatto la “transizione energetica” chiudendo aziende e acquisendo grossi gruppi, non certo con gli investimenti. Con loro i siti italiani non avrebbero avuto futuro».
L’operazione posiziona ora la marchigiana Ariston come riferimento globale nelle tecnologie di combustione pulita (applicazioni residenziali, commerciali e industriali) e potrà vantare uno dei portafogli più completi del settore di sistemi di combustione e bruciatori (alimentati a gas naturale, miscele a idrogeno, biogas, biocarburanti e oli combustibili) con una significativa presenza internazionale in Europa, Nord America e Asia. «È una tappa fondamentale della nostra strategia di crescita», ha dichiarato Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston Group. L’operazione è attesa generare un impatto positivo sull’utile per azione rettificato di Ariston, con una sinergia a regime pari a circa 25 milioni in termini di margini nel quarto anno dal closing.
«Riello è un marchio storico nel settore termoidraulico e da sempre è identificato con l’imprenditoria veneta e l’eccellenza del suo tessuto produttivo», ha detto il presidente della Regione Veneto, Alberto Stefani. «Ora si apre una nuova fase verso la quale la Regione continuerà a riservare grande attenzione e a essere presente». «La rilevanza dell’operazione emerge anche dalla conferma degli stabilimenti e dei poli di ricerca sul territorio nazionale», ha aggiunto Elena Donazzan, europarlamentare di Fratelli d’Italia. —
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