Rdm reagisce ai dazi: «Dalla carta luxury al cartone per puzzle, così diversifichiamo»

Il Dg della cartiera carnica De Marchi: pur continuando a fornire l’America, che resta importante, puntiamo su nuovi

mercati: dal sud Europa all’area dei Balcani, alla Cina e al Giappone

Maura Delle Case

Cent’anni di storia, scritta nel cuore della Carnia, lì dove, a pochi chilometri, parte la mitica salita per lo Zoncolan.

A dispetto della posizione decentrata e del suo essere ormai a tutti gli effetti un’ultracentenaria, la Reno De Medici di Ovaro non sembra accusare il colpo.

Anzi, in un momento di forte difficoltà per il settore, la cartiera rilancia: con nuovi prodotti e nuovi mercati.

Accanto alla carta per il luxury packaging, uno dei settori ai con la più alta marginalità ai quali si rivolge la società, si è recentemente affiancato il cartoncino per puzzle.

Un esperimento, costato oltre 6 mesi di prove, che a maggio ha visto le prime consegne a committenti di primo piano nel mondo del giocattolo. Uno in Germania, l’altro in Italia.

L’obiettivo perseguito dal direttore generale dello stabilimento, Rosario De Marchi, è quello di diversificare ulteriormente, così da mettere al riparo l’impresa da eventuali flessioni di qualche segmento di mercato.

«Oggi – fa sapere – il 20% del nostro fatturato, che a fine anno dovrebbe attestarsi tra i 55 e i 60 milioni euro – è dato dalle commesse per il settore luxury, in particolare dal mondo della moda».

Si tratta di forniture con marginalità consistenti – come del resto l’Ebitda percentuale medio dell’azienda, che si attesta intorno al 20% dei ricavi – sulle quali Rdm intende fare ancora di più.

«Stiamo lavorando per offrire maggiori possibilità di colore, più spessori, più tipologie di carta» annuncia De Marchi che in parallelo, come detto, ha lavorato insieme alla grande famiglia della Reno De Medici – 180 i dipendenti in forze a Ovaro – per ampliare ancora la gamma dei prodotti.

L’ultimo nato è il cartoncino da puzzle. Che detta così sembra facile, ma non lo è.

«Quando parliamo di carta, parliamo di un materiale vivo, che si muove. Nel caso del puzzle ci sono volute quindi molte prove per arrivare alla consistenza giusta – svela il dg – e garantire l’altissima qualità richiesta per questo tipo di prodotto: l’appassionato deve toccare il materiale “promuoverlo”, capace com’è di sentire subito, al tatto, la differenza tra una carta e l’altra».

Concluse le prove, a maggio i primi cartoncini per puzzle sono stati consegnati alle aziende produttrici di giocattoli: a loro il compito di applicarci la foto e tagliare le amate tessere.

«Ora speriamo ci sia progressivamente un aumento dei volumi» aggiunge il manager, impegnato, oltre che nell’innovazione di prodotto, anche in un’importante attività di ottimizzazione dei processi e di diversificazione dei mercati. Tasto dolente, quest’ultimo, dopo l’introduzione dei dazi Usa, che ha costretto Rdm a muoversi rapidamente per spostare, almeno in parte, i volumi destinati agli States.

«Dopo un primo semestre buono, stiamo vivendo un secondo semestre che paga in modo importante l’introduzione delle tariffe doganali – conferma De Marchi –. Siamo quindi impegnati a tutto campo per non perdere terreno. Quest’anno contiamo di riuscire a chiudere a 90 mila tonnellate, come da budget, al prossimo dobbiamo arrivare ancor più attrezzati, aprendoci nuove opportunità».

Oggi circa il 70% dei 55 milioni di euro di ricavi è generato sul mercato interno. La quota restante si divide principalmente tra Europa e Usa. «Pur continuando a fornire l’America, che resta importante, puntiamo su nuovi mercati – conclude De Marchi – penso al sud Europa, a Paesi come l’Algeria, ma anche all’area dei Balcani, alla Cina e al Giappone». —

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