Rana vola negli Usa con la terza fabbrica

Il pastificio cresce nel mondo e i suoi ricavi sono saliti nel 2024 a 1,39 miliardi, con un significativo +5,3% sull’anno precedente (1,32 miliardi)

Edoardo Bus
Il terzo stabilimento del gruppo Rana a Chicago
Il terzo stabilimento del gruppo Rana a Chicago

Il Gruppo Rana cresce nel mondo e i suoi ricavi sono saliti nel 2024 a 1,39 miliardi, con un significativo +5,3% sull’anno precedente (1,32 miliardi).

Il gruppo - leader mondiale nel settore della produzione e commercializzazione di pasta fresca, con 3.500 dipendenti - vede la capofila Pastificio Rana controllare ben tredici società in Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Svizzera, Svezia, Belgio, Canada e Stati Uniti.

Per l’azienda veronese le maggiori soddisfazioni arrivano proprio dagli Usa, dove ha registrato una crescita tale da superare i risultati del mercato italiano e sta investendo in un terzo stabilimento a Chicago. Tutto questo oltre al consolidato inserimento dei prodotti Rana nelle principali catene di distribuzione locale, tra i quali anche il nuovo marchio di nicchia “Take home”.

Come sottolinea il bilancio appena depositato: «Le attività Usa puntano ad un mercato potenziale di 350 milioni di consumatori sensibili al Made in Italy ed anche a diversificare i rischi dei mercati maturi». «Da quando siamo entrati negli Stati Uniti – spiega Gian Luca Rana, amministratore delegato del gruppo, a cui si deve l’ingresso e l’espansione americana - abbiamo continuato a crescere grazie alla qualità dei nostri prodotti e alla capacità di innovazione, conquistando la fiducia dei consumatori a partire dalla pasta fresca. L’ingresso nel comparto dei piatti pronti ha poi impresso una forte accelerazione alla nostra crescita. La capacità di coniugare varietà, qualità superiore e innovazione ci permette di essere protagonisti nella creazione del mercato dei piatti freschi in America, un settore dalle enormi potenzialità, come dimostrano i risultati».

Varietà e innovazione, perché l’azienda nota soprattutto per i tortellini oggi è molto altro, ovvero “pasta liscia e ripiena, sughi, lasagne, piatti pronti e ristorazione”. In quest’ultimo mercato l’azienda è entrata dal 2007, con un format di show-cooking e venti ristoranti distribuiti in tutt’Italia. Una diversificazione che ha favorito la crescita che, in particolare nell’ultimo quinquennio, è stata impressionante. Dai 900 milioni del 2020 ai 1.119 del 2022, fino ai 1.390 del 2024. Soprattutto grazie allo sviluppo all’estero, da dove arriva ormai il 75% dei ricavi.

Gian Luca Rana, amministratore delegato del gruppo Rana
Gian Luca Rana, amministratore delegato del gruppo Rana

Ben il 45% delle vendite è realizzato fuori dall’Europa. «Da notare che siamo presenti in 67 Paesi nel mondo – spiega Gian Luca Rana – e, tra i mercati extraeuropei più lontani che ci stanno dando ottimi riscontri, posso citare Australia, Nuova Zelanda e Brasile. Sono Paesi dove i nostri prodotti stanno ottenendo una crescente attenzione e apprezzamento da parte dei consumatori».

Rana mantiene sia in Europa che negli Usa le posizioni di leader di mercato, pur a prezzo di una diminuzione degli utili sia lordi che netti – a causa dei costi crescenti per materie prime, personale ed ammortamenti – che scendono rispettivamente a 67,1 milioni (rispetto a 81,3 nel 2023) ed a 48,4 milioni, contro i 64,2 del 2023.

«I risultati riflettono i significativi investimenti che abbiamo sostenuto – puntualizza l’amministratore delegato - sia per il lancio di nuove categorie merceologiche sia per rafforzare la brand awareness. Si tratta di scelte strategiche che pongono le basi per una ulteriore crescita, solida e duratura». Si punta sempre sull’ innovazione, anche grazie all’apporto di Giovanni Rana junior, che attualmente ricopre il ruolo di Global Innovation & Project Manager e rappresenta la terza generazione della famiglia.

Ci saranno nuove linee e ristrutturazioni a Moretta, nel cuneese, dove verrà effettuato un investimento da 150 milioni; nella veronese San Giovanni Lupatoto, dove di recente Rana ha anche investito 1,7 milioni per l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico sul tetto del centro logistico, che coprirà il 30 per cento del fabbisogno energetico; e, come detto, negli Stati Uniti per il nuovo stabilimento, a soli sei anni di distanza dalla costruzione del primo.

Spulciando tra le pagine del nuovo bilancio si apprendono interessanti curiosità. Come la cessione – con effetto dal primo gennaio 2025 - della società belga “Mamma Lucia”, acquisita nel 2007, attiva nella produzione e commercializzazione di piatti pronti, e rivenduta alla fine dell’anno scorso con una plusvalenza di 1,5 milioni. Ma anche aspetti finanziari come l’esposizione verso le banche per oltre 612 milioni e la partecipazione nella società Athesis, che edita il quotidiano veronese L’Arena. O ancora aspetti di carattere politico economico, come il fatto che Rana non ha alcuna esposizione verso Paesi implicati in conflitti quali Russia, Ucraina e Medio Oriente.

Il bilancio della capogruppo italiana, ovvero il Pastificio Rana Spa, che fornisce anche prodotti finiti e servizi alle società del gruppo, è di ancora maggiore soddisfazione per Giovanni Rana, che ha fondato l’azienda nel 1962, ed il figlio Gian Luca, che la guida ormai da 35 anni. I ricavi totali si attestano a 693,7 milioni, contro i 642,7 del 2023, e di questi i ricavi determinati dalle vendite salgono a 651,1 contro i 597,6 del 2023 (+9%).

A fronte di maggiori costi per materie prime, servizi e personale ci sono più proventi da partecipazioni, che portano ad un utile in crescita a ben 12,5 milioni contro i 5,5 del 2023. Guardando al futuro Rana prevede un ulteriore bilancio in positivo e sviluppo nei Paesi in cui è presente, anche perché i dazi imposti da Trump avranno impatti moderati sul gruppo, visto che ha aziende che producono e commercializzano negli Stati Uniti.

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