Nidec Asi, la sfida dell’energia pulita: «Banchine elettriche da Genova a Trieste»

La top manager Haines: «Pronti a investire nel risparmio energetico dei porti. Così la pandemia cambia la mobilità»
Lo stabilimento Nidec Asi di Monfalcone
Lo stabilimento Nidec Asi di Monfalcone

 TRIESTE Dalle auto alle gru e navi elettriche. Il futuro ha il fruscio silenzioso della mobilità “pulita” per il colosso giapponese Nidec Corporation, fondato nel 1973 a Kyoto, è leader mondiale nei motori di precisione, con un fatturato di oltre 15 miliardi di yen nel 2019 e oltre 100.000 dipendenti in più di 30 paesi in tutto il mondo. Il business di Nidec si concentra su tutto ciò che ruota e si muove in un’ampia gamma di settori: telecomunicazioni, uffici, elettrodomestici, automobili, attrezzature industriali ed energie rinnovabili.

Questo big industriale del Sol Levante, attraverso la controllata Nidec Asi (l’ex Ansaldo Sistemi Industriali acquisita nel 2012), governa su 19 impianti produttivi in 9 paesi (1.300 dipendenti nel mondo, di cui 900 in Italia) fra cui Monfalcone dove i giapponesi controllano uno storico stabilimento, centro di eccellenza per la realizzazione di motori e generatori elettrici. In piena pandemia Nidec ha lanciato un manifesto per la ripartenza dell’economia italiana: «Crediamo fermamente che sostenendo l’evoluzione dell’energia, della logistica e dell’industria, sia davvero possibile fare la differenza», sottolinea Kaila E. Haines top manager marketing e sviluppo del business di Nidec Asi.

Il futuro post-pandemia sarà elettrico e funzionerà a batteria? «Questa emergenza impone il passaggio a un’economia sostenibile soprattutto nella mobilità elettrica. Bisogna promuovere una maggiore efficienza energetica nel settore industriale e noi siamo in prima linea con una grande flessibilità produttiva e logistica». Due anni fa Nidec Asi ha lanciato il nuovo sistema di ricarica veloce e fornito le batterie per i traghetti elettrici norvegesi. In Arabia Saudita ha portato l’acqua desalinizzata nel deserto. In Finlandia e Svezia investe nelle fonti rinnovabili: «Lavoriamo per un rilancio economico globale in chiave green». Dietro l’angolo c’è l’auto elettrica modello Tesla considerato che la domanda di energia è cresciuta in modo esponenziale. Ma come funzionerà un mondo che si muove con l’auto elettrica? «Sarà un mondo che dovrà basarsi il più possibile sulle fonti rinnovabili anche per massimizzare il profitto delle vendite di energia ricavata dal solare e dall’eolico garantendo allo stesso tempo la stabilità della rete elettrica», risponde Haines.


Nidec Asi si candida anche sul fronte della elettrificazione delle banchine portuali (e della navigazione a batteria elettrica) che sarà una delle grandi infrastrutture da finanziare in Italia con i fondi del Recovery Plan (388 milioni solo a Trieste): «Queste soluzioni, che permettono alle navi di spegnere i motori e attaccarsi alla rete elettrica (shore to ship), sono una grande svolta ecologica perchè permettono di contenere l’ìmpatto ambientale. Inoltre produciamo sistemi di propulsione elettrica ibridi o totalmente elettrici per megayacht e traghetti -chiarisce Haines. Queste tecnologie permettono di tenere accesi i motori diesel, eliminando il rumore e riducendo notevolmente l’inquinamento delle navi, comprese quelle da crociera.

D’altra parte c’è una direttiva dell’Unione Europea che impone ai porti di adottare sistemi avanzati di alimentazione elettrica dal 2025. Un tema chiave per promuovere un modello di sviluppo sostenibile in un Paese come l’Italia, con 7500 km di coste e 42 grandi porti». Su 18 progetti in questo ambito in Europa, Nidec Asi è attiva in otto, di cui uno è quello annunciato nel 2018 nel porto di Genova.
La controllata Nidec Industrial Solutions (una delle piattaforme commerciali del gruppo) ha infatti siglato un contratto di 8 milioni di euro con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per realizzare un progetto shore to ship per il porto di Genova che sarà presto operativo: «Le tecnologie al servizio dei porti saranno il fronte industriale che ci vedrà impegnati nei prossimi tre anni. Altri progetti sono in arrivo in Europa».

Grazie anche a queste tecnologie obiettivo di Nidec Asi è passare da 400 milioni di fatturato a un miliardo entro il 2023, puntando proprio sul settore dell’energia pulita grazie a una robusta pipeline per 70 milioni: «A Monfalcone -sottolinea Haines- grazie a una linea di motori antideflagranti, lo stabilimento sarà tra i protagonisti dell’emergente mercato per il trasporto dell’idrogeno. Qui possiamo vantare un’esperienza secolare che affonda le sue radici nella fondazione dello stabilimento elettromeccanico di Ansaldo nel 1899». Lo stabilimento nella città dei cantieri è stato solo in parte frenato dalla pandemia grazie anche a un recente ordine per 30 milioni per la fornitura di macchine elettriche per un impiando di depurazione del gas: «Prevediamo una ripresa nella seconda metà dell’anno». —
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