Nasce a Trieste la nave elettrica Progetto al via con i fondi europei

Un piano finanziato con 5 milioni di euro dalla Commissione Ue partecipato da 14 partner internazionali con Fincantieri e Università

Piercarlo Fiumanò
La Yara Birkeland in navigazione (Vard)
La Yara Birkeland in navigazione (Vard)

Le navi eletriche del futuro nascono in un laboratorio avanzato, unico in Europa, nell’Università di Trieste, grazie a un progetto, finanziato con 5 milioni di euro dalla Commissione Ue che si chiama V-Access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems). L’obiettivo è lanciare le prime navi elettriche a guida autonoma del mondo, con la sala di comando gestita da un'intelligenza artificiale, destinata a rivoluzionare i trasporti marittimi.

Il progetto, coordinato da è Giorgio Sulligoi, dell’università di Trieste (sotto l’intervista), vede all’opera 14 partner internazionali provenienti da sei Paesi: Regno Unito, Italia, Norvegia, Estonia, Germania e Grecia. Di questa alleanza tecnologica fanno parte l’Università di Trieste e un gruppo industriale come Fincantieri con la controllata norvegese Vard. Nel team anche Asg Superconductors, Rina Germany e Rina Hellas, Rse (Ricerca sul sistema energetico), l’università di Genova e il Politecnico di Milano. A questi si aggiungono la estone Skeleton technologies, le norvegesi Sintef Energi e Sintef Ocean e l’università di Birmingham.

Come si vede nel progetto ci sono quattro enti di ricerca con una vocazione specifica nel campo dello stoccaggio di energia, dell'elettronica di potenza, dei sistemi di alimentazione di bordo, del trasporto marittimo e delle navi marittime. La presenza di Fincantieri garantisce la visione tecnica, industriale e commerciale. Nel laboratorio dell’ateneo triestino si studia in particolare la rete di distribuzione dell'energia a bordo di una nave. Obiettivo di V-access, attraverso tecniche innovative di stoccaggio dell'energia, è quello di aumentare la vita media delle batterie, migliorare l'efficienza energetica a bordo e a ridurre le dimensioni dei sistemi elettrici delle navi.

Un impianto, dunque, da utilizzare sia quando le batterie vengono usate per la propulsione, sia quando sono impiegate, in generale, per dare elettricità alla nave.L'orizzonte temporale del progetto, dettato dal bando di gara Ue, è di tre anni: nel primo, iniziato da pochi mesi, si studia e si mettono in comune le esperienze di tutti; nel secondo si faranno le validazioni, nel terzo ci sarà la sperimentazione vera a propria, sulla rete di simulazione all'università di Trieste, in un ambiente che replica una sala macchine di una nave.

Finite queste tre fasi, si stima che nel 2027 potrebbero avere luogo le le prime prove del sistema su una vera nave, per arrivare alla commercializzazione nel 2030. «Lavoreremo insieme, ha detto al Sole 24 Ore Pietro Tricoli dell’università di Birmingham, coordinatore scientifico del progetto - per riuscire a integrare i supercondensatori e la tecnologia dei superconduttori sulle imbarcazioni ibride ed elettriche entro la fine del decennio».

La partecipazione di Fincantieri si spiega anche perchè la prima nave elettrica a guida autonoma del mondo, con la sala di comando gestita da un'intelligenza artificiale, destinata a rivoluzionare i trasporti marittimi, è stata lanciata dal gruppo navalmeccanico triestino. Costruita e consegnata nel 2020 nei cantieri Vard la prima nave a zero emissioni, funziona con batterie in grado di sprigionare l’energia necessaria a far correre 100 Tesla.

Costruita dalle maestranze dello stabilimento di Brattvaag, in Norvegia, il nuovo mercantile, è costato 26 milioni. Vard Group è uno dei leader mondiali nella costruzione di navi specializzate per il mercato offshore e la punta di diamante del nuovo piano strategico nel campo dell’utilizzo delle fonti di energia alternative. Fincantieri sta ampliando da tempo la sua missione produttiva. Il gruppo di Pierroberto Folgiero sta cercando di immaginare il futuro della cantieristica che, come accade nel settore auto, dovrà fare i conti con i nuovi scenari di un’economia eco-sostenibile per trasformare un’economia troppo dipendente da petrolio e gas. —

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