L’american dream di XTribe sbarca al Nasdaq

La startup ha un modello di ricavi basato sull’abbonamento. Dal Monte: «La libertà di scegliere è fondamentale»

Roberta Paolini

Due italiani a New York. I contorni nitidi dell’american dream di una quotazione al Nasdaq. Il listino globale delle big tech accoglierà infatti una società dalla capitalizzazione micro, tutta made in Italy: cuore, coraggio e tecnologia. Si chiama XTribe, sede legale a Regent Street a Londra, con due controllate una italiana e una negli Stati Uniti.

Uno dei due fondatori è Enrico Dal Monte, vicentino, classe 1986, una laurea alla Bocconi, un master in Svizzera, dove vive da 16 anni. Dal Monte, proveniente da una famiglia di imprenditori veneti, dedita al restauro monumentale artistico e alle biotecnologie, ha deciso di seguire una strada diversa, lanciando una startup insieme a Mattia Sistigu, nato a Pesaro, ma con origini sarde. L’obiettivo era chiaro: disintermediare e velocizzare il commercio elettronico per i piccoli negozi.

«La libertà di scegliere è stata fondamentale per me» spiega Dal Monte. «Ci è sempre piaciuta la tecnologia e volevamo dare respiro al mondo del retail, aiutando i negozi di quartiere a stare al passo nonostante le grandi piattaforme».

L’idea di business nasce dall’utilizzo della geolocalizzazione, XTribe è un geomarketplace, un po’ Deliveroo e un po’ Amazon, ma con un modello dei ricavi che si basa sull’abbonamento al servizio e non sulle commissioni.

I primi capitali, 200 mila euro in tutto, a Dal Monte e Sistigu glieli hanno messi in mano un gruppo di imprenditori. Era il 2018.

«Abbiamo presentato la nostra idea e fortunatamente abbiamo ottenuto il supporto necessario», ha spiegato. Il progetto è cresciuto rapidamente, con round di finanziamento e campagne su base nazionale.

Nel 2022, la startup ha visto un significativo aumento di utenti e numeri di download post-pandemia, raggiungendo 1, 2 milioni di scaricamenti e 6 mila utenti business. Questo successo ha permesso di finanziare ulteriori operazioni e ora l’obiettivo è scalare il mercato.

Un passo cruciale è stato l’accordo di fusione con una SPAC (Special Purpose Acquisition Company) firmato il 9 maggio. XTribe che è nel nel portafoglio di Kobo Capital, Financial Advisory e Digital Investment Banking, ha firmato con WinVest Acquisition Corp (veicolo finanziario già quotato al Nasdaq) un accordo di business combination. Questa aggregazione aziendale porterà XTribe sul listino americano con il nome Xtribe Holdings Inc. entro la fine del 2024.

«Stiamo attendendo le autorizzazioni dalla Sec (Securities and Exchange Commission, ndr), la fusione è prevista per fine ottobre o inizio novembre, rendendo la startup una società pubblica con una valutazione implicita di 141 milioni di euro» spiega Dal Monte.

Il capitale raccolto, dovrebbe raggiungere i 20/30 milioni di euro, permettendo così un ampliamento significativo delle operazioni. «Siamo di fatto già una società pubblica, e la fusione ci permetterà di raccogliere ulteriori risorse finanziarie», ha spiegato ancora Dal Monte, che resterà azionista di riferimento con circa il 25% del capitale.

«Siamo una piccola squadra di 22 persone, ma ci piace ambire a competere in quella che è la Champions League. Non hanno niente più di noi in termini di capacità di creare e risolvere problemi».

Dal Monte e il suo team sono determinati a raggiungere l’indipendenza finanziaria entro 18 mesi e diventare un partner per i big players del settore tech. «Vogliamo produrre cassa e raggiungere il break-even tecnico in 24 mesi» sottolinea. «Ci vuole una famiglia e tanto coraggio. Spesso ci ritroviamo a lavorare fino alle 2 del mattino, ma la nostra squadra è forte e determinata».

Xtribe utilizza sistemi avanzati di machine learning e sta integrando intelligenza artificiale e capacità di data analytics per offrire innovativi metodi di presentazione di prodotti e servizi, consigli personalizzati e garantire efficienza e sicurezza delle transazioni. «I nostri sistemi sono in grado di analizzare e profilare i gusti e i comportamenti di acquisto, offrendo un grande supporto alle attività di marketing delle realtà commerciali», conclude Dal Monte. —

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