La vigna anti-siccità di Villa Sandi: così l’uva avrà bisogno di meno acqua
I risultati incoragginati emergono da una vigna di glera impiantata a Nervesa della Battaglia con piante unite a portinnesti «M», che richiedono un fabbisogno idrico sensibilmente ridotto rispetto a quelli più diffusi

TREVISO. Vigne che riescono a crescere rigogliose con meno acqua. I risultati incoragginati emergono da una vigna di glera impiantata a Nervesa della Battaglia con piante unite a portinnesti «M», che richiedono un fabbisogno idrico sensibilmente ridotto rispetto a quelli più diffusi. Villa Sandi è pronta a utilizzare il nuovo innesto nei prossimi ettari da reimpiantare.
I dati sono stati confermati da uno studio condotto da Wine Research Team in collaborazione con il gruppo vitivinicolo della famiglia Moretti Polegato e dicono che l’utilizzo di portinnesti del Gruppo “M” abbatte la quantità d’acqua necessaria alle piante con portinnesti tradizionali, che richiedono in media tra i 7 e gli 8 litri d’acqua al giorno.
La scoperta rappresenta una soluzione agli evidenti cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo da tempo come stress idrici e termici, ed è un’ulteriore azione a tutela del territorio e della sostenibilità ambientale. Un tema su cui Villa Sandi è impegnata da vent'anni con il progetto “Villa Sandi for Life” e che, oggi più che mai, la vede in prima linea nello sviluppo di proposte capaci di rispondere a scenari complessi.
L’azienda vitivinicola è l’unica cantina veneta del WRT ad aver investito sul progetto, al fine di comprendere se nel territorio del Prosecco i portinnesti sapessero performare bene e restituire risultati di qualità sotto il profilo analitico, organolettico e quantitativo.
La ricerca è stata effettuata su un vigneto sperimentale di glera (la varietà da cui si produce il Prosecco) situato nella tenuta di Nervesa della Battaglia, dove le piante sono state unite a tre diversi portinnesti, ovvero gli apparati delle radici a cui ogni pianta di vite viene unita prima di essere impiantata nel terreno.
A distanza di 5 anni dall’inizio della sperimentazione, lo studio evidenzia che: la glera, unita ai nuovi portinnesti, presenta una parete fogliare più efficiente e l’attività degli stomi resiste anche con temperature molto alte, dimostrando un’attività fotosintetica superiore alle viti con apparati radicali tradizionali. Ne consegue che la vigna risulta meno sensibile agli stress idrici, garantendo una buona produttività e portando le uve a maturazione anche in condizioni termiche complicate.

I risultati restituiscono un interessante vantaggio e Villa Sandi è pronta a replicare l’innesto su larga scala, utilizzandolo in altre vigne senza ulteriori sperimentazioni, vista la sua adattabilità ai diversi suoli. Considerati gli ottimi riscontri, l’obiettivo è di avere a disposizione barbatelle di glera unita con portainnesti del gruppo «M» per i reimpianti che il Gruppo pianificherà.
Benché l’area del Prosecco non abbia risentito in questa estate eccezionalmente calda di particolari difficoltà nell’approvvigionamento idrico, la ricerca si è dimostrata una scelta lungimirante in funzione di scelte sempre più urgenti e ineludibili a tutela dell’ambiente e delle sue risorse.
«I risultati dello studio aprono a sviluppi e prospettive di carattere altamente strategico per il vino italiano, specialmente alla luce dei cambiamenti climatici, di cui questa estate è evidente testimone - commenta Giancarlo Moretti Polegato, presidente del Gruppo -. Siamo molto soddisfatti per aver supportato attivamente lo sviluppo di un progetto che offre alle realtà produttrici una soluzione sul lungo periodo, condivisa e accessibile a tutti, per affrontare la crisi idrica e l’innalzamento delle temperature. Il clima è cambiato rispetto a poche decine di anni fa, e i portainnesti che si utilizzavano allora oggi non rispondono più alle evoluzioni a cui stanno assistendo le nostre regioni. Siamo pronti a investire sui nuovi portinnesti per il reimpianto delle nostre vigne, con la consapevolezza che essere la prima cantina del “Mondo Prosecco” a farlo ci rende pionieri di un nuovo approccio alla vigna e al territorio per affrontare i cambiamenti climatici con soluzioni ecologiche e sostenibili».
Avviata dall’Università di Milano, che ha lavorato sulla selezione e la sperimentazione di portainnesti più resistenti al calcare e alla scarsità di risorsa idrica, la ricerca è entrata nel vivo nel 2017 e ha coinvolto altre 14 aziende del Wine Research Team, che hanno impiantato vigne sperimentali in collaborazione con il professor Attilio Scienza. Le analisi sono iniziate con il raccolto della vendemmia 2020, quando sono state esaminate le uve e quindi il mosto, da cui si sono potute ricavare proiezioni certe sul prodotto finale.
Ogni pianta di vite presente nei vigneti da cui si produce vino è frutto di un innesto. Il segmento che dà frutto è un tralcio di vitis vinifera, cioè vite europea atta a produrre vino, mentre le radici sono di vite americana, resistente alla fillossera, un insetto originario delle Americhe le cui punture recano danni irreparabili all’apparato radicale della vitis vinifera. Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, tutto il vigneto europeo ha rischiato l’estinzione a seguito dell’arrivo in Europa dell’insetto. La soluzione adottata per affrontare questa crisi rappresenta ancora oggi l’unica pratica adottata in tutto il mondo per far fronte al problema.
Il WRT è un gruppo di ricerca innovativo che coinvolge 35 imprese vitivinicole espressione di gran parte del territorio italiano, insieme ad alcune realtà internazionali, nato da un’intuizione del noto enologo Riccardo Cotarella, a cui partecipano tecnici e ricercatori di fama internazionale.
L’équipe nasce nel 2012 per condividere un protocollo tecnico allo scopo di ottenere vini di grande qualità, nel rispetto dell’ambiente, seguendo pratiche sostenibili in vigneto e in cantina. A partire dalla vendemmia del 2014, la collaborazione si intensifica per mettere a patrimonio comune esperienze e conoscenze al fine di condividere dati, ricerche e know-how da trasferire in protocolli operativi.
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