La sfida di Lunelli nel Prosecco: «Valore all’eccellenza del territorio»

Il Ceo del gruppo: abbiamo voluto raccontare la diversità delle bollicine italiane: «Tra cantina e vigneti investiti 4 milioni di euro nelle colline di Valdobbiadene»

Maurizio Cescon
Matteo Lunelli è presidente di Bisol1542 e Ceo del gruppo Lunell
Matteo Lunelli è presidente di Bisol1542 e Ceo del gruppo Lunell

Eccellenza, territorio, investimenti, qualità, cura dei vigneti. I 10 anni di Bisol1542 all’interno del gruppo Lunelli sono stati coronati dai Tre Bicchieri del Gambero rosso al Molera extra dry 2023, di cui si producono 40 mila bottiglie l’anno. Soddisfazione più che lecita per Matteo Lunelli, presidente dello storico marchio di Santo Stefano di Valdobbiadene (100 ettari di vigneti tra proprietà e conferitori) e Ceo del gruppo Lunelli.

Presidente che sfida è stata, per un’azienda leader mondiale delle bollicine del Trentino, l’approdo nel Prosecco superiore?

«Il nostro obiettivo era quello di costruire un gruppo di eccellenze del bere italiano. Abbiamo voluto raccontare il Prosecco superiore, narrare la diversità delle bollicine italiane. L’acquisizione di Bisol1542 era legata proprio alla volontà di parlare di una bollicina diversa rispetto a quella di Trento, espressione di un territorio diverso. Così abbiamo completato la nostra offerta con un’altra eccellenza. Ferrari rappresenta l’apice del metodo classico e della montagna del Trentino, Bisol tutte le sfumature di Valdobbiadene, le cui colline sono diventate patrimonio Unesco dell’umanità».

Qual è stata l’impronta che il gruppo Lunelli ha dato a Bisol1542 nel corso di questo decennio?

«I nostri investimenti sono stati costanti nel tempo, sia in campagna che in cantina. Abbiamo rivisto l’immagine del marchio, la veste grafica delle etichette, con uno stile contemporaneo per Bisol e Jeio, l’altra etichetta in portafoglio, legata al concetto di cuvée, con uno stile costante nel tempo. Sono state recuperate alcune vigne storiche legate alla tradizione, mentre nel vigneto di Campea è in corso un progetto sperimentale. Per la cantina e per la linea di imbottigliamento abbiamo investito circa 3 milioni, con lo spazio per i vini Cru, la vinificazione di precisione per mantenere le caratteristiche espressive dei vari terreni. Un altro milione è stato destinato alla campagna, ai vigneti, che vorremmo siano l’eccellenza espressiva del territorio. E infine, ma non meno importante, l’investimento sulle risorse umane, con un team tecnico di talenti come l’enologo Alberto Zilli e il responsabile di produzione Leonida Fedrigo, coordinati da Stefano Ferrante che da luglio di quest’anno ha raccolto l’eredità di Lino Scaravonati, “padre” del Molera vincitore dei Tre Bicchieri. Siamo poi in costante dialogo con i consulenti di Uva Sapiens e con l’agronomo Davide Granzotto. Mi piace infine sottolineare il collegamento sempre più stretto di Bisol1542 alla città di Venezia per celebrare lo stile di vita veneziano, dove siamo presenti agli eventi iconici».

Quanto vale, in termini economici Bisol1542 all’interno del gruppo Lunelli?

«Il fatturato 2023 ha raggiunto i 22 milioni di euro, con una produzione complessiva di 4,5 milioni di bottiglie. Rappresenta il 15% del valore complessivo annuo di Lunelli, i cui ricavi sono di 150 milioni di euro».

Quali i mercati di approdo delle bollicine del Prosecco superiore?

«Abbiamo una buona propensione all’export, circa i due terzi della produzione. Il mercato più importante è rappresentato dagli Stati Uniti, dove ci sono ulteriori margini di crescita. Ma non dimentichiamo la radicata presenza in Italia nel canale Ho.re.ca. in bar, enoteche, ristoranti».

Cosa significano i premi che le guide vi assegnano, in Italia e all’estero?

«È il riconoscimento della tradizione e del prestigio di Bisol1542 e del lavoro fatto dal team e dal gruppo. Oltre ai Tre Bicchieri per il Molera, la nostra etichetta “I gondolieri” ha ottenuto 97/100 e la medaglia di platino di Decanter, il Cartizze si è aggiudicato la medaglia d’oro all’Iwc. Le soddisfazioni non mancano». 

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