La famiglia Dolcetta torna alle origini con Elettra 1938 e punta sui sistemi Avas, antenne smart e batterie al sale

Dopo l’acquisizione di Fiamm dai giapponesi di Hitachi Chemical, che a loro volta nel 2020 ha ceduto a Showa Denko, è rimasto invece di proprietà italiana, con la famiglia Dolcetta, il business degli avvisatori acustici e delle antenne, con il marchio Fiamm Horns & Antennas, e quello delle batterie al nickel-cloruro di sodio FZSonick. Dal 2020 con il nuovo assetto societario Elettra è ora a capo di un gruppo da 140 milioni .

Federico Piazza

VICENZA. Ritorno alle origini nel nome e sguardo al futuro con tecnologie green per componenti automotive e batterie industriali. Questo è oggi il gruppo Elettra 1938, titolare dello storico marchio Fiamm di avvisatori acustici e antenne per veicoli e proprietario del produttore di batterie “al sale” FZSonick.

La Fiamm di Montecchio Maggiore originariamente si chiamava infatti Elettra, fondata negli anni 30 del secolo scorso da Giacomo Pellizzari. Rinominata Fiamm negli anni 40 dal nuovo proprietario Giulio Dolcetta, nel dopoguerra l’azienda è diventata un nome mondiale nell’ambito degli accumulatori di energia e degli avvisatori acustici per veicoli. Poi negli anni 10 del ventunesimo secolo, il ramo batterie per veicoli è stato ceduto ai giapponesi (a Hitachi Chemical, che a sua volta nel 2020 è stata acquisita da Showa Denko).

Stefano Dolcetta
Stefano Dolcetta

È rimasto invece di proprietà italiana, con la famiglia Dolcetta, il business degli avvisatori acustici e delle antenne, con il marchio Fiamm Horns & Antennas, e quello delle batterie al nickel-cloruro di sodio FZSonick. Dal 2020 con il nuovo assetto societario alla holding Elettra 1938 Spa fanno capo le oltre 10 società industriali e commerciali operative tra Europa, Asia e Americhe. Un gruppo con un fatturato consolidato di 140 milioni di euro nel 2019, che con i suoi stabilimenti in Europa, USA, Messico, Brasile e Cina fornisce molte case automobilistiche occidentali, cinesi e indiane.

“L’obiettivo è orientarci sempre più in ottica green tech, con prodotti evoluti ad elevato valore aggiunto, sia nell’auto dove guardiamo allo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici e ibridi, sia nelle batterie al sale riciclabili e sicure per applicazioni nei settori minerario, telecomunicazioni, oil&gas, data center, energy storage, navale, etc.” spiega l’amministratore delegato Stefano Dolcetta.

“Nell’automotive puntiamo molto sugli Alert System AVAS per i mezzi di trasporto elettrici e ibridi, dispositivi di sicurezza obbligatori per legge, che sviluppiamo con tecnologia elettronica avanzata. E stiamo portando avanti anche vari progetti di ricerca e sviluppo per le antenne smart per la connettività dei veicoli, quindi non solo di tipo passivo”.

Una sfida importante in un momento non facile per Elettra 1938, che nella filiera auto sta vivendo la perdurante crisi del settore. “Nel 2020 fatturato ridotto di oltre il 20%, e il 2021 rimane difficile nell’automotive. Il settore non è assolutamente in una fase normale”, commenta Dolcetta. La questione microchips, con prezzi anche quadruplicati e disponibilità rarefatta, pesa moltissimo. “La mancanza di componenti elettronici sta avendo un fortissimo effetto sul secondo trimestre, e sarà rilevante anche nel terzo”.

È in atto per l’automotive quella che si potrebbe definire una tempesta perfetta. Cioè la combinazione tra scarsità e pesanti rincari di materie prime, container e componenti, in primis i microchips asiatici, e calo delle immatricolazioni.

Gli stock invenduti di veicoli nuovi a motorizzazione tradizionale diesel e benzina sono rilevanti per le case automobilistiche, mentre i colli d’imbuto nelle forniture internazionali rallentano la produzione dei veicoli per i quali, come i modelli ibridi ed elettrici, la domanda invece è in aumento. Il risultato per il settore è produzione industriale fortemente in calo e tensione finanziaria per molti operatori.

“Sul lato domanda nel breve periodo bene il rifinanziamento dell’Ecobonus per gli Euro 6, nel medio periodo la ripresa economica dovrebbe aiutare anche la ripresa delle vendite di veicoli nuovi” nota Dolcetta.

“Ma sul lato forniture occorre uscire dalla dipendenza dall’Asia, errore dell’Occidente, sviluppando una produzione europea di microchips con una filiera vicina. Ci sono alcuni primi piccoli segnali positivi come il recentissimo avvio di un impianto di produzione Bosch in Germania. Pare che la volontà politica di andare in questa direzione ci sia, in Europa come negli Stati Uniti. Certo la strada non sarà facile”.

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