La Cividina, dalla reggia di Versailles al Salone del Mobile

I divani della piccola azienda friulana produttrice conquistano il pubblico internazionale. In particolare, il prodotto disegnato nel 1967 da Pierre Paulin, rieditato dall’impresa qualche anno fa continua a collezionare commesse di grande prestigio: l’ultima è quella per l’Opéra royal de Versailles, il principale teatro della Reggia che fu inaugurato in occasione delle nozze di Luigi XVI e Maria Antonietta.

Maura Delle Case

MILANO. Ha il sapore di un tuffo nella storia dell’imbottito lo stand che al Salone del mobile ha allestito La Cividina di Martignacco, piccola azienda a conduzione familiare che nei luminosi spazi di Rho a messo insieme pezzi di storia del design, come il divano Osaka, disegnato da Pierre Paulin per l’edizione dell'Esposizione Internazionale ospitata, nel 1970, nell’importante città portuale dell’isola giapponese di Honshu, accanto alle nuove tendenze, come il sistema Node+, modulare, flessibile, pensato per rispondere alle esigenze della vita di oggi, che sono anzitutto di una continua ri-configurabilità degli ambienti di casa. 

Proposte nuove e riedizioni che continuano a strappare consensi e a dare soddisfazioni a La Cividina, che recentemente ha realizzato una serie dei suoi divani Osaka, nei toni dell’azzurro, per le zone lounge dell’Opéra royal de Versailles. Il teatro è stato inaugurato  nel 1770 in occasione delle nozze  tra il Delfino di Francia, futuro Luigi XVI, e l’arciduchessa, di appena 14 anni, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. 

L’accostamento tra il ricco l’ambiente settecentesco e il rigore del disegno di Osaka creano un effetto di particolare equilibrio, che è uno dei motivi per cui molti spazi pubblici hanno apprezzato e continuano ad apprezzare la riedizione dell’imbottito. 

E’ pensato invece in particolare (ma non esclusivamente) per gli spazi privati il sistema Node+, insieme di divani modulari, di scrivania, sedie, piani appoggio e paraventi che possono essere posizionati a piacimento e creare, di volta in volta, spazi diversi. 

Fondata nel 1976 dal padre dell’attuale presidente, La Cividina inizialmente lavorava solo per terzi, fino alla fine degli anni ‘90, quando l’ingresso della nuova generazione, ha portato a un cambio di rotta ed è iniziata l’avventura della produzione in proprio. 

«Il colpevole sono io – esordisce scherzando il presidente Fulvio Bulfoni, che guida l’azienda assieme alla moglie Paola Mesaglio –.  A fine anni ‘90, inizio 2.000 con il mio ingresso in azienda, abbiamo pensato che la grande conoscenza e knowhow maturati dall’impresa come laboratorio di sviluppo prototipi lavorando per importanti aziende del territorio, potesse essere messo a servizio di produzioni nostre».

Un nuovo inizio per l’azienda di famiglia che così si è via via strutturata arrivando a contare oggi 30 persone interne e un ricco indotto di fornitori – dalle scocche a basi, tavolini pe parti metalliche – che stanno tutti dentro un raggio di 50 chilometri».

Ancora Bulfoni: «Abbiamo un filiera molto corta. Da sempre. Oggi vediamo molti di quelli che avevano delocalizzato fare reshoring, riportare vicino, se non in casa, parti della filiera, e ci scopriamo anticipatori di una tendenza che per noi è stata sempre, anzitutto, una scelta etica, di sostegno al territorio e di sostenibilità». 

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