Jermann cresce in doppia cifra. «La Ribolla gialla sui mercati esteri»

La cantina di Dolegna del Collio punta sull’etichetta “Vinnae”. Rabino: «La promuoviamo con il nostro cru Capo Martino»
Franco Vergnano

Il marchio, molto noto, è sinonimo di grande qualità, anche per la particolare la “livrea” delle bottiglie. Stiamo parlando della Jermann, in provincia di Gorizia, a poche centinaia di metri dal ristorante di Antonia Klugman “L’argine a Vencò”, in un’altra invidiabile location.

Il settore vitivinicolo regionale gioca il suo ruolo sia sul mercato nazionale sia all’estero. Basti pensare all’esplosione della Ribolla gialla che nel 2022 ha battuto ogni primato interno per l’aumento dei consumi (più 12%), un vitigno autoctono che ha grandi potenzialità ancora non sfruttate sui mercati esteri. Si tratta di una qualità di bianco nella quale eccellono le cantine Jermann, nome storico del comparto enologico giuliano, la cui partnership (cessione della maggioranza) con la Famiglia Antinori risale al marzo 2021.

Ecco qualche numero. Nello scorso anno il marchio Jermann ha realizzato un fatturato pari a euro 19 milioni corrispondenti a un numero di bottiglie prodotte di 1,5 milioni, e una percentuale di export del 40 per cento. Come si evince dividendo il fatturato per il numero di bottiglie, è evidente che siamo in una fascia decisamente premium, con un valore unitario di vendita al produttore di oltre 12,5 euro a bottiglia, prezzo che al consumo, specie nelle enoteche e nei ristoranti di lusso, si moltiplica per diverse volte.

Rispetto ai dati del 2021 – dicono a Dolegna del Collio - la suddivisione tra Italia ed estero non è variata in maniera significativa ma «sicuramente nuovi accordi commerciali con altri Paesi, porteranno un aumento delle esportazioni».

Il 7 luglio 2007 è stata inaugurata la nuova cantina con sede a Ruttars. Oggi Jermann, si estende su 210 ettari di cui 180 ettari di vigneto. L’azienda dialoga con tutto il mondo, ma l’attenzione però è sempre puntata sulle cose concrete che fanno grande un vino di qualità, dicono in cantina: a conferma dell’ottimo andamento del settore vitivinicolo così come evidenziato dalle recenti indagini di mercato, anche la «nostra azienda – racconta Marco Rabino direttore di produzione della Cantina Jermann - ha chiuso il 2022 con un aumento a doppia cifra del fatturato».

Per quanto riguarda la Ribolla gialla, da un decennio risulta il vino per noi più richiesto sul mercato italiano mentre all’estero, in quanto vitigno autoctono, non è ancora adeguatamente riconosciuta: «Siamo quindi impegnati – sottolinea ancora Rabino – a promuovere la nostra Ribolla gialla “Vinnae” assieme al Capo Martino, cru ottenuto da un singolo vigneto della collina omonima con uve autoctone».

Antinori, spiegano in azienda, condivideva già da prima con Silvio Jermann gli stessi valori di rispetto per la tradizione familiare, la passione per le sfide, il rispetto per la terra: «In questi due anni dall’ingresso della famiglia Antinori – conclude Rabino – la Jermann ha mantenuto la sua identità e il suo forte legame con il territorio grazie all’autonomia e all’indipendenza che la partnership ha saputo garantire».

Le radici storiche dell’azienda Jermann risalgono già al 18esimo secolo, quando Stefanus migrò dal Burgenland Austriaco al villaggio di Bilijana (oggi Slovenia). Successivamente nel 1881 Anton Jermann, bisnonno di Silvio, a sua volta si sposta da Bilijana per arrivare a Villanova, dove ancora oggi si trova l’azienda storica. Qui continua la sua attività vitivinicola, alla quale Silvio Jermann, grazie alla sua genialità e fantasia, dagli anni Settanta dà una svolta epocale.

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