Intelligenza artificiale e PMI, occorre recuperare il gap digitale
Cinque aziende venete di differenti settori hanno raccontato il loro approccio, la loro esperienza work in progress e i loro obiettivi con l’IA: Barausse, Marmi Corradini Group, Simem, Thema Optical, Volteco

L’intelligenza artificiale (IA) per la manifattura. Quali applicazioni nelle imprese? Cinque aziende venete di differenti settori hanno raccontato il loro approccio, la loro esperienza work in progress e i loro obiettivi con l’IA: Barausse, Marmi Corradini Group, Simem, Thema Optical, Volteco.
L’occasione per ascoltare le testimonianze delle imprese è stata la prima tappa di giovedì 9 febbraio a Verona del road show “L’intelligenza artificiale al servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e dall’associazione delle aziende ICT Anitec-Assinform. Teatro: lo Spazio Convegni di Confindustria Verona, gremito di imprenditori. Perché si sa, il tema è attualissimo. E non si è certo parlato solo dell’argomento degli ultimi mesi, il chatbot di linguaggio generativo ChatGPT di OpenAI.
Per le PMI la sfida oggi è l’IA in piccolo. Elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso. Accompagnandosi ad altri abilitatori digitali, come per esempio cybersecurity, big data e cloud, l’intelligenza artificiale può così essere utilizzata per obiettivi di efficienza nei processi, sviluppo dei servizi, fidelizzazione dei clienti, generazione di documenti, controllo qualità, manutenzione predittiva, gestione e condivisione della conoscenza.
Innanzitutto i numeri del mercato IA forniti da Anitec-Assinform. In Italia vale circa 422 milioni di euro (+21,9%), e si prevede che nel 2025 raggiungerà i 700 milioni con un tasso di crescita medio annuo del 22%. Il comparto in Italia rimane però meno sviluppato che in altre economie industrializzate. Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza infatti soluzioni IA, contro una media Ue dell’8%. Rilevante la differenza tra le piccole imprese (5,3%) e le grandi (24,3%). Al momento non ci sono dati regionali, quindi non c’è la fotografia del Nordest. Ma si può prefigurare che i tassi più elevati siano dove c’è una maggiore concentrazione di aziende ICT e di servizi digitali, come in Lazio e Lombardia.
Interessanti e diversificati, comunque, i casi veneti raccontati a Verona.
La vicentina Barausse, che fa porte d’interni con 50mila articoli personalizzati e un processo produttivo che genera un milione di dati da correlare, sta investendo nell’automazione del monitoraggio con l’obiettivo primario dell’efficienza.
La veronese Marmi Corradini negli ultimi 18 mesi si è trovata ad affrontare il forte impatto del caro materie prime ed energia: così, avendo investito in Industria 4.0 cambiando l’80% dei macchinari, ha implementato una soluzione IoT che analizza settimanalmente tutti i centri di costo per ogni metro quadrato di prodotto lavorato e permette di intervenire tempestivamente sull’adeguamento dei listini di vendita e migliorare anche la gestione della manutenzione degli impianti.
La trevigiana Volteco, prodotti per l’impermeabilizzazione degli edifici, ha adottato una soluzione di IA per gestire in maniera efficiente il complesso processo estrusivo di un nuovo prodotto per l’impermeabilizzazione sotto quota, oggetto di 10 anni di ricerca e sviluppo, che all’inizio risultava in un 50% di scarto per difettosità: da aprile 2022 la qualità è aumentata del 30% a fronte di aumento di volumi e gli scarti sono stati sinora ridotti all’8-12%.
La veronese Simem, macchinari per il calcestruzzo con l’80% di export, da oltre 10 anni lavora su sensoristica, automazione e manutenzione predittiva degli impianti con tecnologie sviluppate internamente. E vede una forte applicazione di sistemi IA nella progettazione multidimensionale degli edifici, in grado di generare dati che assicurino la qualità e il monitoraggio delle opere strutturali.
La bellunese Thema Optical, occhialeria, applica soluzioni IA all’intero ciclo commerciale, progettuale e manifatturiero dei suoi articoli personalizzati, dalla nascita con la app creata internamente che scansiona i visi dei clienti per costruire virtualmente l’occhiale, alla gestione del magazzino sino a tutto il processo produttivo.
«L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech», ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria. «È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre PMI nella transizione digitale. In questo quadro il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie STEM è un gap che non possiamo più permetterci».
La questione del ritardo digitale è stata sottolineata anche da Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform: «Le PMI rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo».
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