Il Polo del Gusto debutta a Parigi. Piano di investimenti da 50 milioni

Accordo di Damman Frères con la Tour Eiffel. In luglio parte il nuovo stabilimento di Pintaudi a Trieste. Procede il piano di aperture dei negozi Incantalia: «Pronti all’ingresso di un nuovo socio»
Piercarlo Fiumanò
Il presidente del Polo del Gusto Riccardo Illy con la presidente di Damman Frères Erika Le Noan
Il presidente del Polo del Gusto Riccardo Illy con la presidente di Damman Frères Erika Le Noan

Per il Polo del Gusto, sub-holding del Gruppo Illy che riunisce i marchi d'eccellenza, il 2024 sarà un anno di sviluppo con una cinquantina di milioni di investimenti nel triennio 2023-2025, l’apertura di tre nuovi stabilimenti, nuovi prodotti, apertura di negozi di vari marchi e nuove acquisizioni. Lo scorso anno il PdG ha registrato un volume complessivo di ricavi aggregati pari a 114,6 milioni, con un incremento del +4%.

La sub-holding del gruppo Illy ha nel proprio portafoglio il cioccolato Domori, i the Damman Frères, le confetture Agrimontana, le praline Prestat e Rococò, i biscotti Pintaudi e i succhi Achillea. Il presidente Riccardo Illy qui fa il punto sui piani di espansione della maison triestina.

Presidente Riccardo Illy, di recente il Polo del Gusto è sbarcato a Parigi sulla Tour Eiffel. Di che si tratta?

«La capitale francese in questi giorni è una delle vetrine più importanti per il Polo del Gusto. Abbiamo da poco stretto una partnership con la Tour Eiffel, che richiama 7 milioni di visitatori l’anno. Nel corso di un grande evento abbiamo presentato una nuova collezione del thè Dammann Frères, con l’immagine della iconica torre, che viene servito in esclusiva in tutti i suoi punti ristoro».

Pensate di aprire una sede Incantalia a Parigi?

«Ci stiamo pensando. La Francia è il primo Paese per le affinità con l’Italia sul piano produttivo, soprattutto nella moda e agroalimentare. E qui c’è una grande attenzione per la qualità del cibo». Guardate anche al Regno Unito? «Nel mercato britannico siamo presenti dal 2019 quando abbiamo rilevato Prestat, storico marchio inglese di cioccolato, fornitore della Casa Reale».

Nel settembre scorso c’è stato il debutto del primo negozio Incantalia a Trieste che vende tutte le marche del Polo del Gusto. Come sta andando?

«Il negozio Incantalia di Trieste sta andando molto bene, in linea con le aspettative anche come redditività del progetto. È un’idea nata per migliorare il rapporto diretto con il produttore e il consumatore anche attraverso l’e-commerce, per condividere la passione che ci accomuna con le aziende amiche e i produttori che abbiamo scelto di avere nel nostro negozio. Ci resta solo da rimediare a un problema tecnico perchè ci siamo accorti che le nostre vetrine dinamiche diventano meno visibili quando picchia il sole».

Pensate ad ampliare la rete di negozi in Italia?

«Il nostro piano prevede di raggiungere a breve con i nostri multimarca Incantalia città di dimensione medie dal Nord Est fino al Piemonte. Dopo Trieste, guardiamo a Padova, Brescia, Bologna». E nelle grandi città? «Nelle grandi città apriremo negozi monomarca: siamo partiti da Torino dove abbiamo inaugurato il negozio Domori e aperto da poco, dopo il debutto a Milano, una seconda boutique Dammann Frères. Stiamo ragionando se aprire a Roma un altro negozio plurimarca Incantalia oppure una boutique Damman Frères. Nel giro di cinque anni e ricorrendo anche al contratto di licenza dovremmo poter contare in tutto su un centinaio di negozi. Per sviluppare il progetto stiamo cercando un partner per Incantalia. Ci sono già manifestazioni di interesse da parte di tre specialisti del settore di livello europeo internazionale».

Si parla molto di proteggere la qualità del cibo made in Italy..

«Di recente ho partecipato al ventennale dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo da dove è partita la proposta di insegnare l’educazione alimentare in tutte le nostre scuole. É un tema importante non solo per la nostra salute ma anche per l’impatto ambientale. Inoltre un corretto approccio alla cultura del cibo è un fatto anche sensoriale».

Avete annunciato un importante piano di investimenti in nuovi stabilimenti che parte da Trieste. A che punto siamo? «Per quanto riguarda il nuovo stabilimento in zona industriale Noghere a Trieste di Pintaudi, il marchio triestino della pasticceria artigianale, prevediamo di iniziare la produzione in luglio in tempo per distribuire i panettoni a Natale. Abbiamo già ordinato i macchinari. Qui abbiamo investito circa 2 milioni con l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva dell’azienda».

E Domori? «L'investimento di Domori (cioccolato) nel nuovo stabilimento di None in Piemonte, punta a sviluppare non solo la capacità produttiva, ma anche quella logistica e di stoccaggio dei prodotti. Fra un paio di mesi sarà completato il magazzino per le fave di cacao. Il nuovo capannone industriale dell’azienda, che distribuisce in Italia tutti i prodotti delle aziende Polo del Gusto, sarà completato entro la fine dell’anno e nel 2025 inizieremo la produzione».

L’investimento nel nuovo stabilimento di Dammann Frères a Dreux è il più importante..

«Vale circa 35 milioni. I lavori sono cominciati e prevediamo di ultimarli nel luglio del prossimo anno».

Cosa pensa del rischio materie prime dopo la fiammata del prezzo del cacao?

«Siamo di fronte a una tempesta perfetta che complica la disponibilità di materia prima. Causa primaria è la siccità che ha colpito Ghana e Costa d'avorio, i due Paesi produttori di due terzi della produzione mondiale di cacao. Poi una malattia ha colpito il raccolto, soprattutto in Costa d'Avorio, riducendo la produzione. Qui c’è stata una responsabilità dei produttori che, a causa del prezzo troppo basso della materia prima fino a un anno fa, non avevano rinnovato le piantagioni. Infine come una ciliegina avvelenata sulla torta, i fondi di investimento hanno speculato pesantemente anche sul cacao, provocando il disastro cui assistiamo. Le oscillazioni del prezzo sono enormi. Siamo passati da 2.500 dollari a oltre 12 mila dollari alla tonnellata».

Come sta andando infine il 2024 del Polo del Gusto?

«Tutte le società prevedono una crescita importante. In un contesto che continua a essere caratterizzato dalle incertezze internazionali e dall'aumento dei prezzi confermiamo un andamento positivo per il terzo anno consecutivo».

E sulle piattaforme online?

«L’e-commerce va molto bene. Ad esempio vale il 15% del fatturato di Damman Frères che ha appena lanciato con successo il suo nuovo sito». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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