Ict, le imprese Fvg crescono dell’8%
Il punto sul settore nel report del Ditedi: sono 2.281 le aziende attive, solo il 9,4% presidia l’estero. La sfida, adesso, riguarda l’internazionalizzazione

Continua l’espansione del comparto digitale del Friuli Venezia Giulia che nel 2025 ha visto le imprese Ict attive in regione raggiungere quota 2.281, +8% sul 2024. A dirlo è il Report FvgDigitale 2025 curato dal cluster regionale delle Tecnologie Digitali, con il contributo della Regione e la collaborazione delle Università di Trieste e Udine e di Area Science Park, che è stato presentato a Feletto Umberto.
Un appuntamento annuale per fare il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive delle imprese digitali regionali che in questa edizione ha messo a fuoco in particolare la dimensione internazionale delle imprese del settore, vista come una sfida e un’opportunità da cogliere per rafforzare la competitività del territorio.
Zoomando sui territori, Udine si conferma il principale polo di attrazione con il 48% delle sedi d’impresa, seguita da Pordenone che con il 23% mantiene un ruolo rilevante, grazie al legame con la manifattura avanzata, e da Trieste che con il 20% rafforza la sua posizione strategica grazie all’apporto del ricco sistema di enti di ricerca scientifica, per finire con il 9% di Gorizia.
Software e servizi si confermano le specializzazioni predominanti in termini di imprese attive (il 95% del totale) e crescita complessiva.
L’hardware, pur rimanendo numericamente più contenuto, mostra dinamiche differenti: tra il 2024 e il 2025 registra un incremento marcato del numero di imprese, segnando la crescita più intensa tra i comparti.
Dall’analisi 2025 emergono due dimensioni centrali.
L’andamento economico, che evidenzia ricavi in crescita, ma margini sotto pressione, dovuti a costi operativi crescenti e a un aumento della spesa in investimenti, e l’apertura verso nuovi mercati.
In particolare, i ricavi crescono anche nel 2024, seppur con ritmo più moderato e differenze tra comparti: il software mostra maggiore stabilità (+6,8%), mentre l’hardware è il segmento più in difficoltà (-5,6%). L’innovazione del settore resta distante di 10 punti percentuale da quella della manifattura dove le aziende con propensione all’innovazione si attestano al 35% del totale contro il 24,7% dell’universo Ict.
Quanto alla dimensione internazionale, questa rappresenta uno dei temi cardine su cui Ditedi vuole porre l’attenzione e indirizzare le attività per gli anni a venire.
Solo una quota marginale di imprese digitali, il 9,4%, opera con continuità nei mercati esteri.
«Ma il tema dell’internazionalizzazione per le imprese digitali non è banale, perché tocca meccanismi e dinamiche di mercato che hanno logiche totalmente differenti dai settori “tradizionali”.
«La filiera digitale – evidenzia il direttore di Ditedi, Francesco Contin – è estremamente globale quando ci si riferisce alle grandi piattaforme tech ed estremamente locale se si guarda al lavoro dei tanti system integrator che compongono in larga parte il tessuto produttivo locale. Capire qual è il posizionamento strategico delle aziende del cluster e i motivi che hanno portato a determinate evoluzioni può accompagnare l’intero comparto verso percorsi di crescita – aggiunge il direttore –, che vanno dal supporto ai processi di servitizzazione dei settori tradizionali alla definizione di nuovi prodotti digitali».
«Crediamo che la dimensione interna- zionale sia una delle sfide principali – conclude Contin – per i prossimi anni, con opportunità che, se col- te, potranno rafforzare la competitività e l’attrattività del nostro territorio». —
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