H-Farm, bilancio in rosso e montagne russe in Borsa
Il polo per la formazione e l’innovazione guidato da Riccardo Donadon ha chiuso l’esercizio al 31 agosto con una perdita di 8,9 milioni di euro

H-Farm chiude il bilancio in rosso, anche se in linea con quanto previsto dall’ultimo piano industriale. Il polo per la formazione e l’innovazione guidato da Riccardo Donadon ha chiuso l’esercizio al 31 agosto con una perdita di 8,9 milioni di euro.
Nel 2022 l’ultima riga era stata positiva per 17,7 milioni, anche se la società che «i risultati non sono comparabili con gli esercizi o i semestri precedenti per la sostanziale differenza di perimetro, oltre che per il cambio di chiusura dell’esercizio sociale».
A questo proposito va ricordato che nel 2022 H-Farm ha ceduto a Jakala tre startup dedicate alla trasformazione digitale (incassando 38 milioni di euro) e ha investito nel settore dell’istruzione, avviando la startup H-Farm Education.
In particolare, il fondatore Riccardo Donadon rivendica che i risultati sono comunque «in linea con il nostro piano, che aveva previsto che gli investimenti fatti nell’anno 2022/2023 avrebbero determinato un risultato negativo».
Il titolo quotato a Piazza Affari ha chiuso a 0,16 euro, calo dell’1,9%, ma dopo una giornata vissuta sulle montagne russe, con punte di rialzo fino all’11%, che possono trovare spiegazione in parte nella ridotta capitalizzazione della società (sui 23 milioni) e per il resto con la difficoltà per gli investitori di dare una lettura univoca ai risultati.
Durante questo esercizio, il valore della produzione di H-Farm è stato di 36 milioni di euro, contro i 45,2 milioni dello scorso anno. L’Ebitda (tra i principali indicatori della redditività aziendale) è stato negativo per 5,1 milioni (-5,5 milioni nello scorso esercizio che, come detto, aveva beneficiato di cessioni straordinarie) e l’Ebit ha chiuso con un rosso di 9,1 milioni (contro –8,6 milioni dello scorso anno, a evidenziare quindi un peggioramento di questo indicatore).
L’esercizio 2022-2023, spiega la società, è stato il primo periodo di pieno utilizzo delle strutture del Campus di Venezia (un’opera finanziata per 100 milioni da Cattolica Assicurazioni e Cdp), con la possibilità di «utilizzare compiutamente le stesse senza le costrizioni imposte dalla pandemia».
Nel periodo, inoltre, si è «dato avvio» e si è «conclusa anche la riorganizzazione della struttura gestionale che, in virtù della progressiva maturazione delle startup del comparto Education, ha iniziato ad assumere i costi effettivi della gestione diretta e di organizzazione delle singole iniziative».
«Con il progetto Education stiamo costruendo qualcosa di importante che avrà un impatto significativo e la straordinaria partenza delle iscrizioni 2023/2024 con una percentuale di studenti stranieri nella High School che raggiunge il 55% ci dimostra che abbiamo e stiamo seminando bene», fa sapere Donadon. Il quale punta a riconquistare la fiducia del mercato, dopo che il titolo ha perso circa un quarto del suo valore in poco più di due mesi, mentre il valore al momento dell’Ipo (nel 2015) era addirittura di 1 euro. —
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