Glaxo, dal Regno Unito a Verona e ora la nuova alleanza sui vaccini

A inizio febbraio annunciata l'intesa con CureVac Nv per sviluppare soluzioni anti Covid. Nel quartier generale italiano la specializzazione produttiva nelle cefalosportine

VERONA. Il filone dei vaccini è l'ultima novità in casa GlaxoSmithKline, che a inizio febbraio ha annunciato l'avvio di una collaborazione con CureVac Nv per sviluppare congiuntamente vaccini mRNA di prossima generazione per il Covid 19.

Gsk sosterrà la produzione fino a 100 milioni di dosi nell'anno in corso, con l'obiettivo di dar vita a un vaccino in grado di offrire protezione più ampia contro un ampio spettro di varianti del virus. Il programma di sviluppo è in fase di avvio e l'intento è introdurre il vaccino nel 2022, previa approvazione regolatoria.

La casa farmaceutica britannica ha una presenza consolidata a Nordest, con la sede di Verona attiva dal 1932 e tre anni dopo convertita nella produzione di latte in polvere, dopo il blocco delle importazioni deciso da Mussolini. Pochi anni dopo sempre qui è stato prodotto il vaccino contro la difterite e nel 1947, con l'idrovolante che atterra sul Lago di Garda, arriva la penicillina.

Nel 1991 nasce il Centro Ricerche, designato dal gruppo come centro di eccellenza per la scoperta di nuovi farmaci per la cura delle malattie psichiatriche e nell'anno stesso anno viene alla luce il farmaco indicato nel trattamento per l'ipertensione che contiene lacidipina.

Quartier generale italiano

Oggi l'impianto scaligero ha una specializzazione produttiva nelle cefalosportine (farmaci antibiotici dotati di proprietà batteriocide) e conta circa 450 dipendenti sui 4.200 totali nella Penisola (considerando anche le sedi di Parma e Siena). Verona è anche il quartier generale in Italia e la struttura è stata oggetto di ristrutturazione per realizzare la nuova sede direzionale nell'ex area dei magazzini generali, da cui negli anni '30 transitava gran parte dei prodotti deperibili trasportati su rotaia in Italia ed Europa.

Un lavoro, ricorda Fabio Landazabal, amministratore delegato dalla scorsa primavera, «significativa perché avviene dentro un'area di valore industriale e storico vicina al centro città e perché la nuova sede di Gsk è un laboratorio del modo più moderno di lavorare, con tecnologie e modelli organizzativi all'avanguardia studiati per migliorare condizioni ed efficienza del lavoro e per attirare nuovi talenti», aggiunge.

Buona alleanza

La vicinanza al territorio è testimoniata, tra le altre cose, dalla realizzazione del progetto Icf, basato su quella che l'azienda definisce una "buona alleanza" tra famiglia, scuola e pediatra per aiutare il processo di sviluppo dei bambini con bisogni speciali.

La sperimentazione, unica in Italia nel suo genere e sostenuta dall'Università di Verona, con la collaborazione di Asl ed enti locali, è stata estesa al territorio provinciale, puntando su un progetto di vita e una programmazione didattico-educativa cucite su misura del singolo bambino, a partire dalla sua disabilità, tenendo conto di fattori ambientali facilitanti e barriere.

Quanto ai fondamentali dell'azienda, nel 2019 ha generato nella Penisola 1,6 miliardi di euro di fatturato (tra vendite dirette, licenziatari ed esportazioni - dati inclusivi di tutte le società del gruppo in Italia), con 584 milioni di export generato (beni e servizi) e 415 milioni di spese per il personale. La forza lavoro è composta al 50% di donne e al 61% da laureati.

Nel corso del 2020 (i dati di bilancio saranno disponibili a luglio), come tutti l'azienda ha dovuto fronteggiare gli effetti della pandemia, con l'avvio del lockdown che ha comportato qualche rallentamento negli acquisti perché nel periodo si sono fatte meno operazioni chirurgiche e vaccinazioni, ma poi il ritardo è stato recuperato.

Complice la rapida transizione di tutte le attività che non richiedevano necessariamente la presenza in ufficio in lavoro in remoto grazie alle tecnologie di comunicazione da tempo introdotte in azienda e all'abitudine dei dipendenti a lavorare in smart working già due giorni la settimana. I lavoratori essenziali sono invece protetti con una serie di misure aggiuntive che vanno dall'accesso riservato alle strutture, alla continua pianificazione di locali e macchinari e all'uso di protezioni.--

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