Generali, stallo sul dopo Caltagirone: il comitato nomine sonda una figura esterna
Partite esplorazioni in merito ad altri tre nomi presentati dalla lista di Francesco Gaetano Caltagirone - Alberto Cribiore, Andrea Scrosati o Stefano Marsaglia - che avrebbero posto per una condizione all’ingresso: l’unanimità del consiglio.

TRIESTE. Non si sblocca lo stallo relativo al cda di Generali. Nel tardo pomeriggio di ieri si è riunito il comitato nomine, composto da Andrea Sironi, Diva Moriani, Clara Furse e Luisa Torchia, che ha approfondito la questione relativa al possibile sostituto del dimissionario Francesco Gaetano Caltagirone.
Nelle due ore di incontro, Sironi ha presentato gli esiti dei colloqui con i candidati della lista dell’imprenditore romano e si è discusso della possibilità di individuare una figura condivisa nel corso di un cda da convocare la prossima settimana.
Al momento, però, si fatica a immaginare una candidatura condivisa. Dopo che Roberta Neri ha fatto sapere di non essere disponibile a coprire la casella rimasta vacante, è stato sondato il candidato presidente (in occasione della scorsa assemblea) Claudio Costamagna, che a sua volta avrebbe declinato l’invito.

Dalla maggioranza sarebbero a quel punto partite esplorazioni in merito ad altri tre nomi presentati dalla lista dall’imprenditore capitolino - Alberto Cribiore, Andrea Scrosati o Stefano Marsaglia – i quali avrebbero messo come condizione all’ingresso l’unanimità del consiglio. Quest’ultima tuttavia manca, in quanto i due rappresentati in cda nominati nella lista di Caltagirone rivendicano l’importanza di seguire le regole statutarie, in particolare l’ordine di lista che implicherebbe l’invito a Luciano Cirinà.
Proprio il nome dell’ex numero tre del Leone è il pomo della discordia, dato che la maggioranza ritiene inopportuno il suo ingresso nel board, alla luce del licenziamento (con i conseguenti strascichi legali) deciso dopo la sua candidatura ad amministratore delegato, mentre dall’opposizione rivendicano di avere il diritto di scegliere il proprio rappresentante nell’organismo. Su questo punto una mediazione appare difficile, dato che la maggioranza avrebbe opposto un veto non negoziabile.
Nei giorni scorsi si è fatta strada l’ipotesi di aprire le porte a un candidato indipendente, cioè non riconducibile a nessuno dei due schieramenti, ma questa strada – che sarebbe caldeggiata dal presidente Sironi – trova una netta opposizione tra i rappresentanti della lista Caltagirone, che non vedono ragioni per rinunciare a un proprio rappresentante.
Resta da capire come potrà evolvere la situazione, dato che di fatto il cda è monco di un consigliere. Non è escluso che a questo punto ci sia un intervento da parte delle autorità di mercato – in primis l’Ivass che vigila sul comparto assicurativo – per spingere verso una soluzione della vicenda.
Garantire l’integrità del board è importante alla luce delle sfide che attendono il gruppo triestino nei mesi a venire, come il rallentamento della crescita economica e le nuove opportunità legate alla transizione digitale e alla capacità di intercettare i bisogni emergenti nella società. Il tutto senza dimenticare il consolidamento in atto a livello internazionale nel settore, con Generali che potrebbe condurre in porto nuove acquisizioni per accelerare il percorso di crescita e recuperare terreno sui big europei.
Intanto, un documento pubblicato dalla Delfin dopo la morte di Leonardo Del Vecchio, segnala che la holding detiene il 9,82% di Generali, in linea con quanto comunicato in precedenza.
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