Fincantieri, Danieli e Bauli ecco come le imprese del Nordest operano in India
Racconta le esperienze delle imprese le opportunità nel grande paese asiatico il diplomatico friulano Damiano Francovigh che è stato console generale a Calcutta dal 2016 al 2019

PADOVA. Il diplomatico friulano Damiano Francovigh conosce bene Mamata Banarjee, la carismatica donna politica che governa il West Bengal, lo Stato orientale indiano di Calcutta in cui operano importanti aziende del Nordest come Bauli, Danieli e Fincantieri. Uno Stato con oltre 90 milioni di abitanti, dove si trova anche uno dei distretti conciari e della pelletteria più grandi e in rapida crescita dell'India e del mondo, un target interessante per le aziende del polo delle relative tecnologie industriali di Arzignano. Settore il cui pioniere dell’esplorazione in West Bengal è stato Mauro Golin, fondatore della Spraytech specializzata in tecnologie per la verniciatura delle pelli.

Francovigh è stato console generale a Calcutta dal 2016 al 2019. Anni di fitta e silenziosa attività di costruzione di relazioni economiche ed istituzionali, con il numero di visti italiani per cittadini bengalesi passati dai 3000 del 2016 agli oltre 10.000 richiesti nel 2019. Anni in cui le imprese italiane hanno intensificato la loro presenza in West Bengal, con investimenti, aperture di sedi industriali e commerciali, missioni di delegazioni business e istituzionali italiane e indiane in vari settori come quelle organizzate dalla piattaforma di interscambio Art Valley - Indo-Italian MilanHub.
Danieli India per esempio è stata creata proprio a Calcutta, dove mantiene la sede legale e un importante centro ingegneristico. Fu proprio il console Francovigh a invitare l'azienda nel 2017 al prestigioso Bengal Global Business Summit, che attira 6000 imprenditori da tutta l’India, e poi durante una sua missione a incontrare nella sede di Buttrio Anna e Giacomo Mareschi Danieli, oggi rispettivamente presidente di Confindustria Udine e Ceo del Gruppo. In West Bengal Bauli ha un impianto di produzione dolciaria gestito in joint-venture con un produttore locale. Mentre Fincantieri è di casa nei cantieri di Calcutta dove ha vari clienti, e non solo: a ottobre 2020 il gruppo triestino ha sottoscritto un memorandum of understanding con Cochin Shipyard Limited (Csl), primo costruttore navale indiano per la produzione in loco di navi per la difesa, componenti meccanici, riparazioni, training del personale indiano e consulenze in design e processi di costruzione e ammodernamento cantieri.

La governatrice del West Bengal potrebbe scalfire il potere del premier indiano Narendra Modi nel grande Paese scosso dal Covid. Con il suo partito interregionale Trinamool, la ultra populista Banerjee (detta 'Didi', sorella maggiore) è infatti all’opposizione del BJP, il partito di Modi, in molte aree del Paese. Ed è conosciuta in India più ancora dell'italiana Sonia Gandhi, il cui partito del Congresso è il vero sconfitto delle ultime elezioni locali indiane.
"Mamata Banarjee vanta una lunghissima carriera politica, cominciata nel partito del Congresso", osserva Francovigh, oggi Consigliere d'Ambasciata a capo dell’Ufficio XII di indirizzo e vigilanza sull'ICE della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri. "Ha ricoperto vari incarichi di governo a Delhi, e dal 2011 è Chief Minister del West Bengal, cioè governatrice con gli ampi poteri previsti dall'assetto federale dell'Unione Indiana".
Francovigh durante il suo mandato a Calcutta l'ha incontrata più volte nell’organizzazione di eventi internazionali e in occasione della sua missione europea che toccò anche Milano. "Ha dato una grande spinta all’economia della regione, cercando di coinvolgere nello sviluppo aziende ed investitori domestici e stranieri, anche grazie a uno staff compatto che annovera alcune delle più notevoli personalità sociali ed economiche del West Bengal".

Banerjee ha sicuramente portato avanti politiche per le fasce più deboli nelle aree rurali e metropolitane. Cifra della sua immagine pubblica è quella di presentarsi come una persona vicina all'uomo della strada: veste in maniera semplice e abita in una modesta casetta in una delle zone più povere di Calcutta. Politicamente intende rappresentare la pluralità e l’inclusività della società bengalese, molto importante in uno Stato con numerose minoranze linguistiche e religiose dove i musulmani sono circa un quarto della popolazione. Fattore che la distingue rispetto al BJP di Modi, che si richiama invece ai valori dell’hindutva, il nazionalismo indù.
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