Fila Solutions, il filo diretto in 16 lingue per aiutare 11 mila clienti

Fila Solutions è una realtà in continua espansione riconosciuta a livello internazionale per la capacità di sviluppare soluzioni tecniche che detergono e rendono più sicure e durevoli le superfici interne ed esterne di case ed edifici

La redazione

 

C’è un’immagine che racconta meglio di qualsiasi dato economico cosa sia oggi Fila Solutions. È quella di una piccola scatoletta di lucido per scarpe, prodotta durante la seconda guerra mondiale dai gemelli Guido e Pietro Pettenon. «All’epoca non c’erano strade asfaltate, le scarpe erano un bene di lusso, da preservare con cura», ricorda l’amministratore delegato Francesco Pettenon che oggi guida l’azienda insieme alla sorella Alessandra, presidente esecutiva. «Quel gesto, proteggere ciò che vale, è rimasto inciso nel nostro Dna».

Oggi, ottant’anni dopo, Fila Solutions è una realtà in continua espansione riconosciuta a livello internazionale per la capacità di sviluppare soluzioni tecniche che detergono e rendono più sicure e durevoli le superfici interne ed esterne di case ed edifici a livello internazionale. Con 103 collaboratori tra l’headquarter e l’Innovation Center di San Martino di Lupari, il centro di sperimentazione nel distretto ceramico di Sassuolo e le filiali commerciali estere, Fila ha chiuso un triennio di crescita a doppia cifra.

Nel 2024 il fatturato ha superato i 24,5 milioni, con l’export che supera il 55%. «Quest’anno riusciamo a consolidare e sviluppare il risultato, grazie ad una domanda che continua a essere vivace in Italia e nei mercati esteri» sottolinea l’ad. «Crescono così anche i margini, che ci permettono di investire stabilmente in ricerca e sviluppo, consulenza tecnica e presenza internazionale». I mercati mediterranei restano dinamici, mentre il Medio Oriente - dove opera con una filiale dal 2012 - si conferma un’area in forte espansione. Stabile la tenuta anche nel Nord America, nonostante lo scenario attuale.

L’evoluzione tecnologica di Fila nasce negli anni ’70, con la crescente diffusione del cotto, materiale altamente assorbente che richiedeva trattamenti particolari. «Nostro padre Beniamino, oggi presidente onorario, sviluppò la prima grande intuizione industriale: prodotti specifici per proteggere superfici che nessun’altra azienda stava trattando in modo scientifico. In quegli anni si usavano i più disparati sistemi per il trattamento del cotto, dal latte al sangue di bue, ma lasciavano odore e non funzionavano. Nostro padre vide un problema, e in quel problema un’opportunità». Beniamino decise di investire, assumendo il primo perito chimico e realizzando il primo laboratorio per studiare nuove soluzioni. «Investì anche nella formazione dei “maestri trattatori” del cotto e nella comunicazione. I prodotti funzionavano, così l’attenzione si spostò negli anni ’90 al gres porcellanato, poi alle pietre naturali.

Oggi, nel laboratorio 14 tra chimici, ingegneri e tecnici studiano ogni anno nuove formulazioni, come le soluzioni attuali che densificano i materiali, rendono il marmo resistente agli acidi e aumentano la resistenza delle superfici più delicate. La consulenza tecnica, offerta gratuitamente, gestisce in un anno oltre 11 mila casi in 16 lingue, dall’arabo al cinese. Il 2025 segna però un passaggio ulteriore: la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità e la trasformazione in Società Benefit, che formalizza un approccio già presente nella produzione - oltre l’85% delle formulazioni interne è a base acqua - e nell’organizzazione dei processi. «Rendicontare significa misurare la propria responsabilità, non limitarsi a dichiarazioni di principio» afferma Alessandra Pettenon. «Il nostro lavoro guarda a obiettivi concreti. Proteggendo, ripristinando e conservando le superfici in tutto il mondo, i nostri trattamenti promuovono la durabilità e circolarità, prevenendo la generazione di rifiuti». —

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