Enoplastic punta su Tapì per consolidare il mercato dei tappi

Tra i nodi della trattativa ci sarebbe la valutazione, superiore ai 300 milioni di euro. Quando Wise aveva rilevato Tapì circa cinque anni fa dai soci fondatori Alberto Baban e Nicola Mason e dal fondo Gradiente fatturava 30 milioni. Oggi viaggia oltre i 100 milioni di ricavi

Enoplastic tratta l’acquisizione di Tapì. Il gruppo tra i principali attori globali nella produzione di capsule, tappi a vite e soluzioni di chiusura per l'industria del vino e degli alcolici sta negoziando per rilevare l’azienda controllata del private equity Wise Equity Sgr.
Da alcuni mesi proprio l’operatore finanziario aveva deciso di esplorare una possibile vendita della società leader mondiale nel design e nella produzione di tappi a T, soprattutto per il mondo degli spirits premium e super premium.
Era quindi iniziato un processo esplorativo competitivo, dove sembravano favoriti alcuni private equity, in particolare i fondi stranieri Sun Capital, Peak Rock e Stirling Square.
Il processo competitivo, gestito dalla banca d'affari internazionale William Blair, avrebbe avuto una accelerazione e una svolta nelle ultime settimane, con l’affacciarsi sulla scena dell’azienda di Varese, partecipata del fondo d'investimento belga Cobepa.
Tra i nodi della trattativa, scrive Il Sole 24 Ore ci sarebbe la valutazione, superiore ai 300 milioni di euro. Wise aveva rilevato Tapì circa cinque anni fa  dai soci fondatori Alberto Baban e Nicola Mason e dal fondo Gradiente I gestito da Gradiente sgr. Al tempo il fatturato era a quota 30 milioni, ora che si sta configurando l’exit del fondo invece, anche a seguito di acquisizioni, Tapì ha raggiunto un fatturato di oltre 100 milioni di euro.

Con sede a Massanzago in Veneto (in provincia di Padova), Tapì ha alcuni stabilimenti in Italia, Messico e Argentina: vanta oltre 3 mila clienti in più di 60 Paesi, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. T

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