Dm Elektron, il tribunale decreta il fallimento
L’azienda friulana produttrice di schede elettroniche è stata dichiarata fallita dal tribunale di Udine che un mese fa non aveva omologato il concordato. Ora la parola passa al curatore fallimentare Sante Casonato. In apprensione i 40 dipendenti che hanno ancora solo un mese di cassa integrazione straordinaria

BUJA. La storia della Dm Elektron di Buja sembra infine giunta al capolinea. Dopo aver decretato ormai un mese fa l’inammissibilità del concordato, il tribunale di Udine ha dichiarato il fallimento dell’azienda bujese produttrice di schede elettroniche.
Una sentenza, quella pronunciata dai giudici riuniti in camera di consiglio – presieduta da Francesco Venier – che mette il punto all’attività tribolata di quest’azienda, più volte salita agli onori delle cronache per le sue difficoltà, le scelte – come quella di produrre in Romania e di trasferirvi parte dei macchinari – mal digerite dai lavoratori, che vi si sono opposti con tutte le forze, con tanto di presidi fuori dall’azienda, durati svariati giorni.
Le tante battaglie combattute dalla forza lavoro, che negli anni aveva incassato la solidarietà delle istituzioni ai più vari livelli, non sono bastate a garantire un futuro all’azienda, che pure una luce in fondo al tunnel dallo scorso gennaio aveva iniziato a vederla con l’arrivo della veronese Exor Ems, azienda che aveva preso in affitto l’attività e si era impegnata a rilevarla a patto che il concordato presentato dalla proprietà – leggi: Dario Melchior – fosse stato omologato dall’ufficio giudiziario.
Mancato quello e fallita l’azienda per i 40 lavoratori rimasti in Italia, una 20ina dei quali al lavoro (il resto in Cigs), si apre ora l’ennesimo periodo di incertezza.
A portare i libri in tribunale è stato lo stesso Melchior la scorsa settimana. Già in forte difficoltà, Dm Elektron non ha retto alla tempesta perfetta che sta mettendo alla prova l’economia, soffrendo in particolare la contrazione del portafoglio, causata dalla congiuntura pandemia e bellica, e la difficoltà a reperire i componenti necessari alla produzione delle schede.
Il tribunale ha nominato giudice delegato Gianmarco Calienno e curatore Sante Casonato. «Aspettiamo di capire dal curatore fallimentare – commenta epigrafico il segretario di Fiom Cgil Udine, David Bassi – se darà prosecuzione all’attività o se la chiuderà subito».
Una decisione che deve fare i conti con la particolare struttura organizzativa e legale del gruppo che vanta due distinte società, una a Buja (Dm Elektron spa), l’altra in Romania (Dm Elektron srl) con la produzione concentrata quasi interamente su quest’ultima.
Uno spostamento che negli ultimi anni ha portato a una progressiva riduzione a Buja sia dell’attività che della forza lavoro tra procedure di licenziamento collettivo del personale e dimissioni volontarie che hanno portato l’impresa, nell’arco di un decennio, a passare da oltre 200 lavoratori alle poche decine di oggi. E alla contestuale riduzione dei volumi di schede prodotti a Buja, dove appena una manciata di anno or sono in portafoglio si contava, tra i tanti clienti, anche la rossa Ferrari.
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